Cultura

I bambini della Bovio in viaggio tra “L’infinito” e l’astronomia

Raffaella Anna Dell'Aere
Il dirigente Quatela: «Abbiamo puntato sulla formazione dei docenti, sfruttando le opportunità provenienti dall'ambito territoriale e favorendo la partecipazione ai corsi dell' Accademia dei Lincei»​​
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Il 2019 segna i 50 anni dello sbarco sulla Luna dell’Apollo 11, i 150 anni dell’ideazione della Tavola Periodica degli Elementi del chimico russo Mendeleev, i 200 anni della composizione de “L’Infinito” di Leopardi, i 500 anni della morte di Leonardo Da Vinci.

L’anima che lega questi eventi scientifici, storici e letterari è l’Astronomia. Disciplina trasversale, base e fuoco di ogni sapere, luce e mistero della nascita del mondo e di tutto il suo divenire.

È stato questo bisogno di discernere che ha acceso il desiderio di scoperta e condotto i bambini delle classi terze E – F della scuola “G. Bovio” ad affrontare il viaggio negli ammalianti misteri astronomici.

Cavalcando il sapere con la curiosità e la scoperta attraverso il gioco interattivo, l’ascolto, la tecnologia, il disegno, la creazione di mappe, la manipolazione di materiali, la conversazione e la libertà di espressione, gli alunni hanno intrapreso e portato a termine il progetto di formazione “Copernicando”. Il percorso educativo, ideato e proposto da Ruggiero Balice, docente di Matematica e Fisica presso il Liceo Classico “Casardi” di Barletta, con l’affiancamento dei maestri Anna Strippoli e Gianni Todisco, ha permesso ai bambini di conseguire l’attestato di merito al 1° corso di Astronomia della loro vita.

Nel contenitore culturale “Era di maggio”, il lunedì 27 scorso, con la cornice del suggestivo palazzo Caputi, c’è stata l’occasione di proporre al pubblico l’evento conclusivo del progetto con “La qualità dei progetti didattici per la maturazione delle competenze”, con gli elaborati realizzati dai bambini, le slide esplicative delle attività prodotte, i passaggi fondamentali dell’intero percorso formativo a cura del professor Balice, con la presenza dell’assessora alle politiche culturali Monica Filograno e del dirigente scolastico del 1° circolo didattico Giuseppe Quatela.

Una via poliedrica che fa combaciare l’astronomia e letteratura, facendole entrare in collisione verso una simbiosi quasi mistica, attraverso l’esplorazione culturale tra le nostre memorie di adulti e la scoperta cosmologica dei bambini.

A tal proposito, Balice sottolinea che «l’astronomia si pone come attività umana perché è stata punto di riferimento per tutte le civiltà. Grazie all’astronomia, tutti i popoli hanno navigato, hanno coltivato, hanno regolato lo svolgere delle proprie vite secondo ciò che osservavano nel cielo» e, collegandosi alla letteratura, asserisce che «“L’Infinito” di Leopardi, con il suo famoso “ermo colle” ha evidenziato elementi speciali della poesia dove non c’è nulla di letterario, ma una profonda esperienza astronomica alle spalle. La poesia é dunque una manifestazione del pensiero a partire dalla collocazione che l’uomo ha dato a se stesso nel cosmo. Ne consegue che la cosmologia dominante è stato l’elemento propulsore anche per le arti pittoriche e letterarie».

Dal suo canto, l’insegnante Anna Strippoli evidenzia il lato pedagogico del progetto “Copernicando”, confermando sia l’importanza dell’osservazione da parte degli alunni e l’imprescindibile valore della libertà di espressione, che la forte esigenza, da parte dei docenti, di pianificare e intraprendere un curricolo verticale a partire dalla scuola d’infanzia, fino alla scuola superiore di secondo grado: «I bambini hanno fatto esperienza dell’astronomia e questo lo dimostra la traccia emotiva che ciascun bambino ha lasciato sul proprio quaderno. Hanno utilizzato i colori in maniera diversa, hanno gestito lo spazio foglio in modo libero. Hanno imparato a osservare e a identificare i fenomeni legati all’astronomia. Hanno alimentato la curiosità e la gioia della scoperta». La Strippoli conclude individuando l’esperienza di formazione «innovativa anche per noi docenti circa l’utilizzo di materiali nuovi, perché si é trattata di un’innovazione metodologica e didattica sia nei contenuti, sia nelle pratiche educative, oltre ad aver sperimentato l’opportunità di porre l’astronomia come riferimento educativo per il curricolo verticale».

Balice chiude il suo intervento con un’analisi critica verso la società, ma auspicando una prospettiva di crescita rivolta alle nuove generazioni «In una società tecnologica attenta a osservare il mondo tenendo gli occhi verso il basso, concentrato sul cellulare, risvegliare il senso dell’attenzione dei bambini verso il cielo è una controtendenza del pensiero che risulterà positiva se salvaguardiamo il collegamento di verticalità verso il Cosmo, nel quale siamo situati».

Riferendosi all’impegno della “Bovio” circa l’approfondimento della cultura scientifica, il preside Giuseppe Quatela conclude: «Abbiamo puntato molto sulla formazione dei docenti, sia sfruttando le opportunità provenienti dall’ambito territoriale, che favorendo la partecipazione dei nostri docenti ai corsi dell’Accademia dei Lincei, che hanno portato a delle sperimentazioni in ambito tecnologico e didattico».

martedì 4 Giugno 2019

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