Politica

ReD, 76 i cittadini ruvesi che hanno beneficiato della misura

La Redazione
​Lavorano negli uffici del Comune o nei giardini pubblici con mansioni di guardiania, altri collaborano con realtà del territorio. Sulla piattaforma regionale è possibile presentare le nuove domande​​
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Nelle scorse settimane a Ruvo di Puglia altri sette beneficiari hanno iniziato i loro tirocini nell’ambito del Red 2.0 (annualità 2018), la misura regionale di contrasto alla povertà.

Alcuni svolgono la loro attività presso il Comune (ad esempio all’ufficio anagrafe con compiti di digitalizzazione e archiviazione e ai giardini pubblici con compiti di custodia), altri collaborano con realtà del territorio come il Ciofs supportando gli educatori, altri ancora, aderendo ai progetti di comunità, si prendono cura di familiari non autosufficienti o svolgono compiti di pulizie presso la sede di un’associazione di volontariato.

Salgono così a 76 i cittadini ruvesi che dal 2017 ad oggi hanno beneficiato del ReD.

«Grazie ai tirocini attivati con il ReD regionale e con la collaborazione civica prevista nel nostro Disciplinare Comunale per gli interventi di Inclusione Attiva – ha detto il sindaco Pasquale Chieco – da ormai due anni diverse persone, accedendo a misure di contrasto alla povertà, diventano una risorsa per la comunità, mettendo a disposizione, in vario modo e in diversi contesti, il loro tempo e le loro capacità.

Come tutte le azioni innovative, anche queste necessitano di assestamento e di consolidamento affinché divengano sempre più efficaci. L’auspicio è che il Governo, dando seguito a quanto previsto nel Decreto con cui ha varato il Reddito di Cittadinanza, doti i Comuni degli strumenti e delle risorse necessarie per realizzare i percorsi di inclusione lavorativa previsti dalla stessa misura, ma mai attivati. Ad oggi, infatti, il RdC resta fermo al solo contributo economico».

«Sin dall’insediamento della nostra Amministrazione – ha detto l’assessora alle Politiche Sociali, Monica Montaruli – abbiamo voluto avviare il percorso complicato, ma necessario, di superamento della logica assistenzialistica negli interventi di natura economica a supporto dei cittadini indigenti: nel primo anno di attività, infatti, abbiamo introdotto nel Disciplinare comunale lo strumento della Collaborazione Civica che consente, a tutt’oggi, di assolvere a parte delle attività di guardiania di luoghi pubblici (come parchi e bagni). A questa si è aggiunta l’opportunità fornita dal ReD regionale di attivare veri e propri tirocini: sono 29 i tirocini ospitati presso i nostri Uffici dal 2017 e costituiscono ormai una pratica estremamente positiva.

Queste nuove misure stanno richiedendo, inoltre, un incremento costante del Servizio Sociale professionale dei nostri Uffici: grazie al finanziamento del Pon Inclusione ogni giorno è a disposizione dei cittadini interessati un’assistente sociale dedicata esclusivamente al ReD e al RdC, mentre ne sono in arrivo altre due nell’ambito del Piano regionale di contrasto alla Povertà che sarà avviato a breve».

Intanto parte la terza annualità del Reddito di Dignità (cosiddetto ReD 3.0): sulla piattaforma regionale è possibile presentare le nuove domande di accesso.

Il ReD 3.0 si rivolge a due macrocategorie di utenza: nuclei familiari in condizione di bisogno (famiglie con 5 o più componenti o con almeno 3 minori in condizioni di fragilità economica; famiglie con almeno un componente non autosufficiente e senza Assegno di Cura; famiglie di emigrati italiani che rientrano in Italia in condizioni di fragilità economica; famiglie di cittadini stranieri in condizioni di fragilità economica); cittadini con presa in carico diretta da parte dei Servizi sociali dei Comuni per situazioni di fragilità estrema e urgente (donne vittima di violenza, persone separate o divorziate senza stabile dimora, persone senza dimora, famiglie con almeno un componente con disabilità ammissibile a progetto per “Dopo di Noi”).

A seconda dei casi specifici è possibile presentare le domande presso gli Sportelli Caf e presso i Segretariati sociali comunali regolarmente accreditati, tra cui quello del Comune di Ruvo.

I beneficiari dovranno sottoscrivere un Patto di inclusione attiva e un Progetto Personalizzato finalizzato all’avvio di un tirocinio per l’inclusione; a fronte di tale impegno percepiranno un beneficio economico che varia (dai 300 ai 500 euro al mese) in base al numero dei componenti del nucleo familiare con durata fino a 12 mesi.

Per maggiori dettagli sulle procedure da seguire e sui requisiti di accesso (Isee, cittadinanza, residenza…), oltre al testo ufficiale dell’Avviso Pubblico, è possibile utilizzare il “Supporto Tecnico” della piattaforma o rivolgersi al numero di telefono 080/4670218 dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 12.

martedì 6 Agosto 2019

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