Cultura

Le “Mahdonne” di Giuseppe Patrizio Accettura in mostra a palazzo Jatta

Vittoria Laura Leone
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Le "Mahdonne" di Giuseppe Patrizio Accettura in mostra a palazzo Jatta
​Si passa dalla fotografia intitolata "L'estasi di Santa Teresa", che allude senza dubbio al capolavoro scultoreo secentesco di Gian Lorenzo Bernini, fino a quella chiamata "Madonna di Van Gogh"​
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Da Niobe ad Antigone, da Era a Medea…sono tante le figure femminili presenti sui sontuosi crateri a figure rosse esposti al museo Jatta. Protagoniste di odi, amori, vendette e rivalse, esprimono al meglio un’idea di donna evolutasi progressivamente nel corso di millenni, nata tuttavia dal desiderio ancestrale di spiegare le contingenze terrene con l’utilizzo del mito.

Malgrado il “gentil sesso” abbia ancora da compiere un cammino lungo e tortuoso verso l’indipendenza da ideologie di subordinazione maschiliste, in campo artistico esso si è da sempre ammantato di un’aura di sacralità, ricoprendo ruoli molteplici e significati simbolici.

“Omaggiare in forme e sostanze la donna”, musa ispiratrice di molti intellettuali fino all’età contemporanea, diviene il fine precipuo di Giuseppe Patrizio Accettura, ideatore e curatore della mostra “MahDonne” allestita, dal 1° al 30 settembre scorsi, nel cortile interno di palazzo Jatta.

A ravvivare la pietra biancastra dell’edificio, una piccola bacheca tappezzata da dieci fotografie di donne con timidi effetti chiaroscurali. Il gioco sapiente di luci e ombre esalta la sensualità e la leggiadria delle stesse, ritratte, frontalmente o di profilo, in posizione statico-contemplativa. E che dire dell’espressività dei loro sguardi languidi e al contempo penetranti; alcuni appaiono eternamente sospesi, altri smaniosi di rapire l’occhio di chi le osserva.

Sorprendenti sono i nomi conferiti alle singole personalità, atti a rievocare le opere dei grandi della storia dell’arte: si passa, infatti, dalla fotografia intitolata “L’estasi di Santa Teresa”, che allude senza dubbio al capolavoro scultoreo secentesco di Gian Lorenzo Bernini, fino a quella chiamata “Madonna di Van Gogh”, ritraente una donna cinta sul capo da una ghirlanda di fiori, simili alle nature morte realizzate dal pittore olandese.

Non si ferma qui l’audacia sperimentativa di Giuseppe Patrizio Accettura. La sua creatività si acuisce maggiormente in “Madonna del Bosone Higgs”: dall’arancione sgargiante del vuoto cosmico emerge un volto femminile, segno di vita e di fecondità, che dà origine al mondo.

mercoledì 2 Ottobre 2019

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