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Bolla speculativa anche su sansa: da sottoprodotto a rifiuto speciale

La Redazione
I prezzi bassi dell'extravergine hanno fatto crollare anche quelli dell'olio di sansa. Le cooperative e frantoi devono smaltirla, , con elevati costi​, perché conclude il ciclo di produzione dell'olio
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La bolla speculativa che sta interessando il settore oleario si è allargata anche alla sansa che, non avendo un mercato su cui piazzarsi, può solo diventare rifiuto speciale ed essere smaltita a spese di agricoltori e frantoiani.

«I prezzi bassi dell’extravergine hanno fatto crollare anche quelli dell’olio di sansa, un sottoprodotto della lavorazione delle olive che al momento non vale niente. D’altro canto cooperative e frantoi devono ‘liberarsene’ in quanto parte finale del ciclo di produzione dell’olio», denuncia Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.

La sansa si trasforma, quindi, per gran parte dei frantoiani da risorsa a rifiuto speciale che, nei biodigestori, può costare anche 25 euro al quintale, andando a sommarsi ai costi di trasporto. Per non sopportare ulteriori costi, olivicoltori e frantoiani stanno utilizzando la sansa come ammendante, sostanza nutriente per il terreno per la presenza di acqua e sostanza organica.

Dall’anello più debole della catena fino alla trasformazione, tutta la filiera dell’olio è strozzata da pratiche commerciali che hanno fatto crollare del 40% il prezzo dell’olio e necessita, quindi, di interventi a breve e lungo periodo.

La Regione Puglia non ha ancora consentito a cooperative e frantoi di utilizzare oltre 40 milioni di euro per le strutture di stoccaggio che avrebbero potuto far fronte all’attuale stagnazione di mercato per eccesso di produzione, denuncia Muraglia dopo l’incontro con il Sottosegretario alle Politiche Agricole Giuseppe L’Abbate.

domenica 24 Novembre 2019

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