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Direzione Investigativa Antimafia, rapporto I semestre 2019: i dati di Ruvo di Puglia

La Redazione
Articolazioni operative del clan Mercante-Diomede anche in città
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È stato pubblicato il rapporto della Direzione Investigativa Antimafia relativo al I semestre del 2019 che fa il punto sull’attività svolta e i risultati conseguiti.

Focalizzando l’attenzione sull’area del Nord Barese, si rileva non solo la presenza di gruppi criminali collegati tra loro e riconducibili agli alleati dei clan Capriati e Mercante-Diomede di Bari, ma anche altre strutture criminali attive nella BAT.

Proprio l’indagine “Pandora” del 2018 sui rapporti tra i clan Mercante-Diomede e Capriati con la Società Foggiana e la Sacra Corona Unita, ha confermato l’estensionee il radicamento “a macchia di leopardo” dei sodalizicittadini nel territorio metropolitano, satelliti che ruotano intorno ai pianeti più grandi con influenza nei comuni di Altamura e Gravina e con articolazioni operative anche a Ruvo di Puglia, Adelfia e Triggiano.

Ridimensionato il trasferimento di rifiuti all’estero, si legge nel rapporto, specie verso l’Estremo Oriente e la Cina, ma a febbraio 2018, nell’ambito dell’operazione “Cannibal Cars” a Ruvo di Puglia, i Carabinieri Forestali di Bari hanno dato esecuzione a misure cautelari nei confronti di tre persone (su un totale di 10 indagati) ritenute responsabili di gestione illecita di ingenti quantitativi di rifiuti speciali pericolosi (costituiti da veicoli e automezzi pesanti “fuori uso” e/o parti di essi), traffico organizzato di rifiuti e spedizionetransfrontaliera di rifiuti (reati commessi dal 2013 al 2017). L’indagine ha ricostruito come, attraverso società condotte abusivamente e documentazione falsa, un cittadino egiziano e due italiani dissimulavano spedizioni transfrontaliere per la commercializzazione di mezzi usati, realizzando un illecito traffico internazionale di rifiuti speciali, anche pericolosi, attraverso le dogane di Bari, Brindisi, Salerno, Napoli, Marina di Carrara, Livorno, Savona, La Spezia, Genova, Trieste, Chioggia, Padova, con svariate destinazioni in Asia ed Africa. In tale contesto è stato eseguito, altresì, il sequestro per equivalente dei beni delle società coinvolte per un valore pari all’ammontare del profitto illecito, complessivamente quantificato in circa un milione e settecentomila euro.

Nel semestre in esame numerosi sono stati, inoltre, gli episodi di danneggiamento di autovetture e gli attentati incendiari in genere che, per la loro sistematicità ed efferatezza, si ritengono connessi a strategie estorsive tipiche della criminalità organizzata. Il 2 marzo 2019, a Ruvo di Puglia furono danneggiate 46 autovetture con danneggiamento di pneumatici.

Sempre elevata, in provincia di Bari, l’incidenza dei reati contro il patrimonio come rapine e furti con “spaccata”spesso caratterizzati dalla particolare aggressività degli autori. Ricorre anche il fenomeno delle rapine a furgoni portavalori e agli autotrasportatori, molto spesso accompagnate anche dal sequestro di persona in danno dei conducenti. Sono reati compiuti spesso con tecniche d’assalto paramilitari, espressione di una particolare capacità organizzativa.

Da non sottovalutare, inoltre, il fenomeno dei furti di prodotti farmaceutici, redditizio a fronte di un’elevata domanda sul mercato illegale.

Frequenti sono gli episodi dei furti di rame, ai danni di ferrovie, cabine elettriche che, oltre a provocare l’interruzione di pubblici servizi essenziali, possono avere conseguenze sull’ordine pubblico.

A conferma delle potenzialità offensive della criminalità presente nella provincia di Bari sono rilevanti i sequestri di armi nonché gli episodi intimidatori in pregiudizio di pluripregiudicati e di pubblici amministratori.

mercoledì 22 Gennaio 2020

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