Ruvo Città d'Arte

Venti didascalie per venti tesori custoditi in Cattedrale

Veronique Fracchiolla
Veronique Fracchiolla
Cattedrale Ruvo, un uomo legge didascalia accanto ad antica lastra sepolcrale
Leggere una delle 20 didascalie che corredano le opere d'arte e le testimonianze conservate in Cattedrale © Veronique Fracchiolla/Ruvolive.it
Su impulso della Pro Loco, in collaborazione con l'ex parroco don Salvatore Summo, venti opere e testimonianze storiche e artistiche della Cattedrale sono corredate da note critiche dell'architetto Mario Di Puppo
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Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi.

Con queste parole di Marcel Proust, Mario Di Puppo, architetto nonché studioso della storia dell’arte, parla dell’ultimo progetto realizzato dalla Pro Loco per la valorizzazione del patrimonio artistico e storico di Ruvo di Puglia: l’apposizione di 20 schede didascaliche accanto ad altrettante opere di arte sacra e alle testimonianze storiche custodite nella Cattedrale.

In particolare, saranno guardate con occhi nuovi e con vivido interesse le lastre sepolcrali poggiate alle pareti laterali della chiesa: con queste didascalie le figure scolpite, ieratiche e misteriose, tolgono il velo che si frapponeva tra passato e presente. «Queste opere – come spiega Di Puppo – erano sotto gli occhi di tutti da anni ma, solo adesso, possono tornare nuovamente a raccontarsi e raccontare la storia della nostra collettività».

«La Pro loco di Ruvo di Puglia – prosegue Di Puppo – ha collaborato da sempre con don Salvatore Summo (dal 17 settembre non più parroco della Cattedrale, ndr) al fine di valorizzare la Cattedrale; come il recente contributo per la sostituzione delle lastre vitree a pavimento, risalenti al 1988» attraverso cui è possibile ammirare i resti delle precedenti edificazioni (ipogeo), valorizzate dalla nuova illuminazione a led.

«La Chiesa è sia custode dei fedeli sia depositaria di arte sacra millenaria che, spesso, non è adeguatamente valorizzata». Per questo, la Pro Loco di Ruvo di Puglia, d’intesa con l’allora parroco don Salvatore Summo, già a partire dal 2017, avviò un progetto di valorizzazione delle opere d’arte esposte in Cattedrale. Si iniziò con l’apposizione di una targa in plexiglass, a sinistra della nicchia che accoglie la statua argentea di San Rocco, realizzata dall’argentiere Biagio Giordano (not. 1774 – 1793) sul modello del celeberrimo scultore Giuseppe Sanmartino (1720 – 1793), autore del “Cristo velato”, nel Museo Cappella Sanservero, a Napoli.

E lo scorso 4 settembre, in occasione del quarantennale del parrocato in Cattedrale di don Salvatore Summo, sono state inaugurate le 20 didascalie, con note critiche dello stesso Di Puppo, frutto di ricerche approfondite e rigorose condotte studiando documenti contenuti in archivi pubblici e privati.

«Sono state illustrate tutte le lapidi sepolcrali esposte dei vescovi sepolti nella Cattedrale (9), quelle dei notabili della città; una iscrizione che risale al XII secolo; il frammento di un paliotto d’altare o una transenna presbiterale del XIV secolo; la statua litica di San Lorenzo; quella policroma decorata in estofado de oro di San Biagio; il quadro dello ZT della Madonna di Costantinopoli e quello di Marco Pino da Siena, l’Adorazione dei pastori. Fra le lapidi sepolcrali private spicca quella della famiglia Caputi Sifola, nella cappella del Santissimo Sacramento, datata al 1736, dove si leggono due dottissimi motti: uno è un verso di Petrarca e l’altro di Virgilio, segno della cultura dei committenti – continua Di Puppo -. L’iscrizione più antica è quella del XII secolo facente riferimento alla chiesa della Santissimi Trinità; la lapide sepolcrale più antica è quella del vescovo Pietro De Gabrielli, datata al 1300, ben 723 anni fa e ancora presente. In alcuni casi, il messaggio delle lastre è consunto al punto tale da essere illeggibile (le lastre sepolcrali erano tombe terragne, cioè poste a pavimento, e quindi calpestabili). Grazie alle trascrizioni di studiosi vissuti nella prima metà del 900, fra di essi il Loiodice, è stato possibile comprendere il messaggio di quelle lastre o iscrizioni molto consunte».

Inoltre, «le didascalie e i commenti critici sono stati stampati su forex e posizionati a parete  ma sono rimovibili, in maniera tale da non ledere il paramento murario. La dimensione dei pannelli non supera quasi mai l’altezza di un foglio A4 per non prevalere visivamente sulle opere, per non essere impattanti. Chi ha difficoltà può fotografare la didascalia e ingrandirla sul proprio telefono». E, tra gli auspici di Di Puppo, la traduzione dall’italiano all’inglese nonché l’inserimento di Qr code per la lettura da remoto.

Un progetto, quindi, teso alla divulgazione della storia («eravamo in fase di montaggio e le persone erano incuriosite dalle didascalie e leggevano i vari commenti»), che ruota intorno a uno degli attrattori culturali di Ruvo di Puglia, e che si inserisce nell’azione di tutela e conservazione posta in essere dalla Pro Loco, su impulso del presidente Rocco Lauciello, attraverso donazioni, contributi pubblici e privati; e il 5×1000, grazie al quale sono state restaurate preziose opere di arte sacra, conservate nei luoghi di culto in città. Una missione che è racchiusa nella riflessione conclusiva di Di Puppo, che è anche uno dei punti di riferimento dell’associazione ruvese: «Prima, la conoscenza delle opere d’arte (quadri, lapidi, statue…) era appannaggio solo di specialisti. Adesso, chiunque potrà – se vorrà – approfondire la conoscenza».

domenica 24 Settembre 2023

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