La protesta

PalaColombo freddo, Tecnoswitch Ruvo: «Non ci alleniamo». La nota della società

Veronique Fracchiolla
Veronique Fracchiolla
Tecnoswitch Ruvo e staff © Pallacanestro Ruvo di Puglia
La Pallacanestro Ruvo di Puglia: «Queste difficoltà nel vivere il proprio ambiente di lavoro creano enormi difficoltà al progetto di sviluppo cestistico e penalizzano la città intera. È ora che tutti si assumano le proprie responsabilità»
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In una nota la società Pallacanestro Ruvo di Puglia dichiara che «in data odierna (ieri, ndr) la squadra (la Tecnoswitch Ruvo, ndr) ha deciso di non allenarsi in quanto per l’ennesima volta sono venuti meno gli accordi pattuiti tra società e gestore (Ruvo Servizi srl, società inhouse del Comune di Ruvo di Puglia, ndr) in termini di accensione dell’impianto di riscaldamento del Palasport di viale C. Colombo.

Alle 18, orario di inizio della seduta odierna, la caldaia era spenta e la temperatura all’interno del Palasport non era quella minima consentita dai regolamenti per svolgere l’allenamento.

Società, staff e squadra all’unisono chiedono rispetto, affinché svolgano la propria professione con la massima serenità. Gli accordi tra gestore e società intercorsi nelle ultime settimane, dopo mesi passati al gelo, e ratificati dal placet del primo cittadino Pasquale Chieco, prevedono che l’impianto di riscaldamento venga acceso per tre ore al giorno. Il general manager Leonardo Scardigno comunica gli orari di accensione al gestore, ma essi sono stati disattesi sabato, martedì e in data odierna.

La situazione non è più tollerabile, soprattutto perché in diversi allenamenti, gli atleti hanno dovuto fare i conti con luci basse e con l’acqua gelida delle docce. I giocatori stufi di questa situazione hanno deciso di fermarsi affinché da oggi in poi le cose cambino in maniera perentoria.

La società sottolinea come queste difficoltà nel vivere il proprio ambiente di lavoro creino enormi difficoltà al progetto di sviluppo cestistico e penalizzano la città intera. È ora che tutti si assumano le proprie responsabilità. Il general manager Leonardo Scardigno ribadisce a chiare lettere: “È una questione di rispetto da parte di chi vive quotidianamente l’impianto di viale C. Colombo e ogni giorno è costretto a vivere situazioni di disagio. Vogliamo pensare al gioco della pallacanestro e non alle cose basilari che devono in automatico filare per il verso giusto. Da parte nostra la piena solidarietà ai ragazzi”.

Il direttore sportivo Gianluigi Campanale sottolinea: “È una situazione che va chiarita una volta per tutte perché tutti i giorni riceviamo lamentele dai procuratori per le condizioni in cui i nostri atleti sono costretti ad allenarsi. È una situazione che si trascina da anni e che non viene risolta. Dinanzi a queste difficoltà è logico e doveroso che questa società si guardi attorno per trasferire altrove il titolo sportivo”».

giovedì 16 Febbraio 2023

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