Lupi sulla Murgia © Parco alta Murgia
Lupi sulla Murgia © Parco alta Murgia
L'intervista

Lupo investito a pochi chilometri da Ruvo. Il Parco: «Consueto trovarli anche in zone antropizzate»

Giuseppe Cantatore
Giuseppe Cantatore
L'animale, una femmina, è morto dopo essere stato investito sulla provinciale 238 verso Altamura. Con il Parco alta Murgia abbiamo fatto il punto della situazione sulla presenza del lupo nel nostro territorio
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Il lupo investito sulla provinciale 238
Il lupo investito sulla provinciale 238

Dalle fiabe ai proverbi, nell’immaginario collettivo il lupo è sempre stato descritto come un animale che suscita allarme e paura. Invece non solo non è particolarmente interessato all’uomo ma, soprattutto, rappresenta una importante risorsa per l’ambiente che ci circonda. Anche perché, è più vicino di quanto si creda.

Risale infatti a una sera di due settimane fa il ritrovamento della carcassa di un lupo nei pressi di Calendano, a circa una decina di chilometri dai centri abitati di Corato e Ruvo. L’animale, una femmina, è morto dopo essere stato investito sulla provinciale 238 tra Corato e Altamura. È stato ritrovato dalle guardie campestri di Corato le quali hanno poi allertato sia gli operatori della Asl veterinaria che il presidente del Parco nazionale dell’alta Murgia, Francesco Tarantini.

Agli occhi di chi non si occupa di questi animali, potrebbe destare stupore il fatto che un lupo sia stato individuato a una distanza dalla città tutto sommato abbastanza breve. In realtà, per gli addetti ai lavori, è una situazione nota e persino normale.

«Il parco è impegnato dal 2009 nel monitoraggio della specie entro i propri limiti amministrativi» spiega il presidente Tarantini. «Ad una prima fase in cui è stato possibile descrivere una frequentazione sporadica, perlopiù di individui in dispersione, oggi sembrerebbe si sia raggiunto un certo equilibrio che porta ad annoverare, a seconda degli anni, dai 2 ai 4 nuclei riproduttivi per stagione. A questi si aggiungono una serie di individui solitari, non imbrancati, che si muovono sui margini dei territori dei branchi presenti».

Uno di questi è probabilmente quello investito a Calendano. «I lupi – chiarisce Luciana Zollo, funzionaria naturalista dell’ente Parco alta Murgia – possiedono un alto grado di organizzazione sociale. Il branco è una struttura sociale in cui caccia, accoppiamento, allevamento della prole e controllo del territorio sono svolte in maniera cooperativa ed integrata. I branchi sono in genere delle unità familiari all’interno delle quali esiste una ben definita gerarchia sociale al cui vertice troviamo un maschio e una femmina dominanti. Alcune condizioni di esclusione di natura trofica e riproduttiva possono indurre gli animali subalterni giovanili a disperdersi alla ricerca di nuovo territorio e di un partner di segno opposto.

Gli animali in dispersione – prosegue la funzionaria naturalista del Parco – vagano casualmente fin quando non trovano le condizioni idonee (disponibilità di risorse trofiche e partner) per potersi insediare. Anche in relazione alla loro grande capacità dispersiva (percorrono diverse centinaia di chilometri in un lasso di tempo ristretto) è consuetudine imbattersi nella frequentazione anche di aree antropizzate».

In uno studio sul regime alimentare condotto nel Parco dell’Alta Murgia nel 2016, è emerso come la preda “preferita” dal lupo sia il cinghiale.

«Quella del lupo è una specie estremamente opportunista che sfrutta le risorse trofiche disponibili nell’area frequentata» sottolinea Zollo. «La componente “selvatica” (ungulati in primis), rappresenta sempre quella preponderante, soprattutto nei territori in cui vi sono delle condizioni di insediamento che tendono all’equilibrio. Anche l’afferenza ai domestici (principalmente ovini e caprini) è ampiamente documentata».

Nota dolente è proprio quella relativa agli attacchi di lupi al bestiame.

Su questo fronte «si registrano mediamente una decina di richieste di risarcimento all’anno, soprattutto quando mancano idonee misure di protezione delle greggi (ad esempio mancanza di cani da guardiania e/o recinzioni)» sottolinea il presidente Tarantini. «Il Parco ha attuato una misura di mitigazione del conflitto dovuto all’attacco al patrimonio zootecnico attraverso l’affidamento ad alcune aziende di cani di cani da guardiania esclusivamente di razza “Pastore maremmano abruzzese” e questo ha determinato una drastica riduzione delle denunce per il risarcimento danni pervenute all’Ente».

Quanto alle persone, non sembrano esserci particolari rischi. «I lupi non considerano gli umani delle prede e non li attaccano: sono diffidenti nei confronti degli umani e, se possono, si tengono a distanza di sicurezza. In Italia, dove si registra la presenza di lupi anche nelle zone più antropizzate, gli avvistamenti restano comunque relativamente poco frequenti e non sono mai stati documentati incidenti con persone dopo la seconda guerra mondiale. Come per tutti i selvatici, non bisogna fornire o lasciare a disposizione fonti di cibo né avvicinarsi. Nella maggior parte dei casi – conclude Francesco Tarantini – il lupo si allontana spontaneamente».

martedì 14 Febbraio 2023

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