Cronaca

Due poesie e un disegno per Maradona: l’omaggio di Vincenzo Mastropirro e Giuseppe Fioriello

Veronique Fracchiolla
Veronique Fracchiolla
"AD10S" e "U pallone" sono i titoli delle due liriche del musicista ruvese che dichiara: «Il mio amore per il calcio e per Maradona mi hanno accompagnato sempre. Lui è l'uomo dei Sud del mondo» ​
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AD10S

Hai vissuto
pregando Dio sul prato verde della vita/.

Dopo il bagno delle dita nel catino di
un’acquasantiera/ hai seminato gioie violente/ senza sporcarti le mani di odio/

con gocce di
sangue secco/

instillate nei
peccati

sparsi/ tra i
dilemmi di vecchi barboni.

Ora voli come una foglia/ sulle ali di
un mondo fluido/ che corre sempre più/ su binari di plastica inutile.

(Vincenzo
Mastropirro)

U pallone

Quanne u vaite/

vogghje fermò u momìénde// U pallone/ ca so pegghiote a stambote/

ca scappaje sotte a le pite/

ca accarezzaje l’èrva
vìérde/

s’è fermote//

e s’è fermote u timbe, u mèje/ e nu alte bène ca m’è veliute bène/

è ditte avaste, ta-da fermò/

mo avaste, guarde ‘nanze/

ca stè sèmbe nu rigore da trò.

Quando lo vedo/ voglio fermare l’attimo// Il pallone/che ho preso
a calci/ che rotolava sotto i piedi/ che accarezzava l’erba verde/ s’è
fermato// e s’è fermato il tempo, il mio/ e un altro amore che mi ha tanto
amato/ ha detto basta, ti devi fermare/ ora basta, guarda avanti/ che c’è
sempre un rigore da battere. (Vincenzo Mastropirro)

«Maradona aveva 60 anni come me: ho pianto per un fratello». Chi parla è il musicista e poeta Vincenzo Mastropirro che ricorda il grande calciatore argentino con due poesie “Ad10s” e “U pallone”, scritte la prima a pochi giorni dalla scomparsa del Pibe de Oro, lo scorso 25 novembre, la seconda diversi anni fa, quando abbandonò il calcio giocato, per lui anche metafora di vita.

Accompagna “Ad10s” l’omonimo solare disegno dell’artista bitontino Giuseppe Fioriello, ritratto con vivacità nei suoi famosi palleggi di testa.

«Il mio amore per il calcio e quello per Maradona mi hanno accompagnato idealmente sia sul campo che nella vita. Maradona è l’uomo di tutti i Sud del mondo, dei più deboli, degli ultimi» spiega Mastropirro.

Se, in questo momento, fiumi di inchiostro stanno scorrendo sulle vicende legate all’eredità di chi, nato poverissimo, ha trasferito nel calcio il desiderio di emergere per sé e per la sua famiglia e per tutti gli oppressi, c’è anche chi, come Mastropirro, ama ricordare soprattutto l’uomo, il suo talento, la sua passione, le sue grandi virtù e ombre che lo innalzano nella sfera delle leggende e dei miti.

«Non amo i miti, ma io sento Maradona come un fratello che mi ha accompagnato – prosegue Mastropirro -. Lo considero un politico, con scelte precise. L’altro è stato Muhammad Alì (il pugile Cassius Clay, ndr). Sono simboli importanti per chi condivide i loro pensieri».

Mastropirro è tifoso del Bari: quando la squadra biancorossa era in serie A, ha seguito le partite dal vivo, tra cui quelle con il Napoli, dall’84 al ‘90, gli anni cui la Mano de Dios giocava nella squadra celeste. «Quando prendeva la palla Maradona, il cuore mi batteva».

E proprio sul celeberrimo gol di mano Mastropirro tesse un ricordo. Era il 22 giugno 1986, e si era ai quarti di finale dei Mondiali in Messico: l’Argentina affrontava l’Inghilterra battuta per 2 a 1 con il gol “benedetto da Dio” e un altro gol dello stesso Maradona.

«Fu un gol pazzesco – ricorda Mastropirro parlando della “mano di Dio”-. Nei 4-5 secondi in cui scartò tutti per arrivare in porta, io entrai quasi nello schermo della tv, strozzando l’urlo perché la partita era oltre mezzanotte ed ero ospite in casa di amici.

Volevo entrare nel tubo catodico per abbracciare Maradona».

Ora, il suo abbraccio ideale è reso più intenso dalla musicalità delle parole e dalla radiosa intensità di un ritratto di un artista amico.

lunedì 7 Dicembre 2020

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