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Didattica a Distanza alla “Bovio”, Raffaella Dell’Aere: «Rafforzato il rapporto con le famiglie»

Veronique Fracchiolla
Veronique Fracchiolla
Docente di Storia, Inglese, Arte e Immagine e Musica​, Dell'Aere racconta le sfide che il Primo Circolo Didattico sta vivendo nel tempo del Coronavirus
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È entrata a pieno regime la didattica a distanza (DaD), attraverso le videolezioni, alla scuola primaria “Giovanni Bovio”.

Al primo Circolo Didattico sono stati attribuiti 8.160,86 euro che fanno parte degli oltre 37mila euro, stanziati a Ruvo di Puglia per il potenziamento dell’e-learning a cui, in attuazione del Decreto “Cura Italia”, è dedicato il decreto del Miur, il n. 187 del 26 marzo scorso, che prevede un contributo di 85 milioni di euro per tutto il territorio nazionale.

Ma quali sfide si devono affrontare nell’insegnare e apprendere “esclusivamente” a distanza, dal momento che il Covid-19 ha ridefinito gli spazi sociali e le relazioni?

Secondo l’indagine Istat del 6 aprile scorso, “Spazi in casa e disponibilità di computer per bambini e ragazzi”, il 41,6% delle famiglie del Sud Italia (rispetto a una media di circa il 30% nelle altre aree del Paese) non ha un computer in casa e solo il 14,1% possiede un computer per ciascun componente.

Sempre al Sud, 470mila ragazzi, tra i 6 e 17 anni, non possiedono un computer o un tablet e proprio una parte del finanziamento, previsto dal decreto Miur del 26 marzo – 70 milioni di euro –, è destinata a garantire l’accessibilità alle lezioni, mettendo a disposizione degli studenti meno abbienti dispositivi digitali in comodato d’uso gratuito. Questo per evitare che si crei un divario formativo tra alunni.

Ne abbiamo parlato con Raffaella Anna Dell’Aere, docente alla “Bovio” di Storia, Inglese, Arte e Immagine e Musica.

«L’emergenza Coronavirus è stata, come per tutti, un fulmine a ciel sereno e in pochissimo tempo, l’intera macchina scolastica, con il dirigente Giuseppe Quatela, in coordinazione con lo staff amministrativo, tecnico e l’intero corpo docente, ha dovuto mettere in moto un modo nuovo di far scuola. In un primo periodo di sperimentazione, abbiamo utilizzato esclusivamente Google Drive per condividere le attività con i bambini. Qui, il materiale didattico viene tuttora predisposto per il lavoro individuale degli alunni, mediante account gmail creato per ciascun modulo/classe», racconta la docente

«Successivamente, -prosegue – siamo entrati a pieno regime nel mondo delle videolezioni, dove si instaura un rapporto diretto con i bambini nel contesto di classe virtuale, attraverso la piattaforma Google Hangouts Meet. Per il calendario delle videolezioni, abbiamo considerato sia la fascia antimeridiana che pomeridiana, andando incontro alle varie esigenze delle famiglie per non accavallarci con le lezioni on line dei fratelli più grandi dei nostri alunni. Permangono ancora alcuni problemi di connessione a internet, sia da parte degli alunni, che dai docenti, ma il tutto va in via di risoluzione».

Anche il programma scolastico si è adeguato allo scenario del Covid-19. «È stato opportuno revisionare l’ultimo bimestre delle unità di apprendimento, per snellire gli obiettivi e le attività del curricolo, considerando la nuova condizione di DaD

Per supportare gli alunni in difficoltà socio-economica, a cui la scuola ha già consegnato i tablet, anche i docenti hanno predisposto una raccolta di solidarietà per supportare le spese di attivazione delle linee telefoniche necessarie alla connessione on line degli stessi.

Nell’arco della giornata, un docente ha a disposizione massimo un’ora per fare la videolezione, con l’alternanza degli insegnanti, in quanto l’obiettivo è quello di formare con la prosecuzione della didattica, ma senza pregiudicare il diritto alla salute di bambini.

Riguardo alla Didattica a Distanza, Raffaella Dell’Aere coglie alcuni aspetti positivi:

«Noto che la DaD sta rafforzando il rapporto con le famiglie. Questo è dovuto al confronto continuo, al dialogo costante e costruttivo per il miglioramento del canale comunicativo, multimediale, nei suoi tempi e modalità, oltre che nell’ascolto delle problematiche che si presentano. Per anni, si è parlato delle videocamere a scuola con pareri discordanti da parte di docenti o genitori e non avremmo mai immaginato che sarebbe stata la scuola a entrare nelle case, creando un percorso formativo così innovativo e diretto sia coi bambini che con i genitori. Abbiamo, inoltre, constatato che gli alunni attendono con ansia ed entusiasmo il momento del collegamento per la videolezione e percepiamo che la distrazione o il disinteresse verso il mondo scolastico appaiono come un ricordo lontano».

mercoledì 15 Aprile 2020

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