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Procedimento sui comparti edilizi, Fiamma tricolore chiede al Comune di costituirsi parte civile

La Redazione
«La gravità dei reati ipotizzati, così come le possibili conseguenze nefaste in tema di pianificazione e disciplina urbanistica e in materia di tutela dell'ambiente e del territorio non possono lasciare inerte l'istituzione»
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Una richiesta ufficiale del coordinatore cittadino del Movimento sociale Fiamma tricolore Francesco Paolo Paparella, datata e protocollata in Comune nella giornata di ieri. E' quella con la quale chiede «formalmente» all'Ente di costituirsi parte civile «nei confronti degli amministratori e membri del Consiglio comunale attinti dai provvedimenti» relativi al procedimento penale 1333/12, che vede 101 rinviati a giudizio per presunte irregolarità nei comparti edilizi B, C, D, E ed F, a tutela dei suoi interessi «e dell'intera collettività».

Nella vicenda sono coinvolti «in qualità di imputati […] esponenti dell'attuale giunta e della presente consiliatura, come pure delle precedenti», che non devono però «costituire ostacolo alla formalizzazione della domanda risarcitoria […] a carico delle personali e soggettive responsabilità, […] se pur soggette ad accertamento e dall'esito del procedimento.

La gravità dei reati ipotizzati (concorso in abuso d'ufficio, lottizzazione abusiva, falsità ideologica), la reiterazione e la pluralità delle fattispecie prospettate nel provvedimento in oggetto, così come le possibili conseguenze nefaste in tema di pianificazione e disciplina urbanistica e in materia di tutela dell'ambiente e del territorio comunale, ma anche quelle – pure possibili – in ordine alla (il)liceità e integrità dell'azione politica in generale e reintegrazione della medesima nell'alveo della legalità, non possono lasciare inerte l'istituzione comunale; questa – invece – coerentemente con i suoi scopi, è tenuta a perseguire il giusto ristoro, sia per le gravi motivazioni sopra indicate, che per le enormi conseguenze correlate», prosegue la missiva.

Lo scopo è dunque «ottenere il giusto ristoro dei danni materiali, morali e ambientali ingiustamente sofferti». Anzi, secondo Paparella, «l'omissione» della richiesta «si configurerebbe quale ulteriore danno, non solo etico, ma anche erariale, a scapito della collettività e della cosa pubblica.

Infine, per le caratteristiche dei reati ipotizzati, trattasi di assumere un consapevole, vigile e doveroso atteggiamento a salvaguardia della trasparenza dell'azione amministrativa e politica».

La lettera, a cui si chiede «di ricevere formale riscontro», è stata inviata «per opportuna conoscenza» anche al Prefetto di Bari e al Procuratore generale presso la Corte dei Conti, «affinchè, edotte della questione e dei delicati profili coinvolti, possano attivare le opportune iniziative di controllo e/o sostitutorie e/o sanzionatorie».

Intanto, la prossima udienza del procedimento è fissata per il 12 aprile alle 9 nel tribunale di Trani.

venerdì 5 Febbraio 2016

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