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“Comparto I”, fine del contenzioso tra Comune e cooperativa “Domus”

La Redazione
Afferma il vicesindaco Caterina Montaruli: «Spero che questo provvedimento possa aprire la strada alla definizione di altre pratiche simili già dalle prossime settimane»
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Lo scorso venerdì è stata siglata una trattativa tra Comune e cooperativa “Domus” per porre fine al contenzioso riguarda una parte importante del comparto “i”, un’area di complessivi 51.060 metri quadri nella zona a nordest del paese: l’amministrazione onorerà il suo debito nei confronti della cooperativa in tempi brevi, grazie a un accordo con la cooperativa che comprende cessioni di credito, compensazioni e vincoli su somme che l’ente incasserà da contributi provenienti da altre lottizzazioni dello stesso comparto.

Capiamo un po’ la storia di questa disputa.
La “disputa”, iniziata nel 1998, si era conclusa, dal punto di vista giudiziario, il 30 agosto del 2013, quando la Prima Sezione Civile della Corte di Appello di Bari aveva determinato la indennità di esproprio relativi ad alcuni terreni edificabili ricadenti nel Comparto “I” condannando il Comune di Ruvo a pagare alla Cooperativa Domus la somma complessiva di 525.704 euro per indennità di esproprio ( 371.087 euro) e indennità di occupazione (154.620 euro), oltre alle spese legali e agli interessi.

A conclusione di una trattativa avvenuta in un clima molto costruttivo, Comune e cooperativa si sono incontrati su un accordo particolarmente conveniente per entrambe le parti.
Il Comune, infatti, ha ottenuto un piccolo sconto di 25.704 euro, e onorerà il debito attraverso: una compensazione del contributo di costruzione che la cooperativa “Domus” deve versare all’Ente per la realizzazione di due palazzine nel Comparto “I” (120'000 euro); la cessione alla cooperativa del credito vantato dal Comune, proprietario esso stesso di un lotto edificatorio all’interno del comparto, nei confronti del Consorzio del Comparto “I”  (221'017euro); la destinazione alla cooperativa delle somme incassate dal Comune per i contributi di costruzione (urbanizzazioni secondarie e costo di costruzione) per il ritiro dei rispettivi titoli abilitativi, da parte degli altri lottizzanti il Comparto “I” (158.983 euro).

La cooperativa Domus, per contro, recupera praticamente per intero il suo credito e snellisce, grazie alla compensazione del contributo di costruzione, la pratica per la costruzione delle due palazzine.

«L’Amministrazione comunale – ha detto la vicesindaca con delega all’urbanistica, Caterina Montaruli – saluta con grande soddisfazione questo accordo dai contenuti particolarmente innovativi, poiché di fatto libera il Comune di un debito senza togliere un centesimo dalle casse comunali. Ringrazio i rappresentanti della cooperativa Domus per lo spirito costruttivo e per il senso di responsabilità con cui hanno affrontato la trattativa e i funzionari del Comune che hanno lavorato con pazienza e impegno per arrivare a questa soluzione.
In un periodo così difficile per il nostro ente, spero che questo provvedimento, frutto della volontà politica e della dedizione, possa aprire la strada alla definizione di altre pratiche simili già dalle prossime settimane».

mercoledì 5 Agosto 2015

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ottomila
ottomila
8 anni fa

Seguo da circa 10 anni questa vicenda per curiosità e cultura personale. Devo dire che gli articoli apparsi sulla stampa a firma di Luigi Elicio e Rosaria Malcangi fino ad alcuni mesi fa, erano abbastanza comprensibili in quanto rispettosi di un rigore logico-giuridico di atti e fatti. Gli articoli recenti di Enrica D’Acciò ed in particolare l’ultimo del 9/8/2015 mi risulta del tutto incomprensibile ed in più punti anche illogico. Sicuramente non è colpa della giornalista, ma forse delle notizie fuorvianti che le passano; una per tutte, quando scrive che : che la C. d’appello ha condannato il Comune a pagare alla Coop Domus una somma per indennità d’esproprio … forse voleva dire “ai proprietari dei suoli ablati” o sbaglio ?

rosaria malcangi
rosaria malcangi
8 anni fa

gentile utente, La ringrazio per gli apprezzamenti. ma le faccio presente che non scrivo più sulla Gazzetta dal settembre 2012. rosaria malcangi

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