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D’Ambrosio (M5S): «La grande opera del nord – barese è fuori tempo massimo»

La Redazione
Nell'occhio del ciclone finisono i ritardi a cui sono andati incontro i lavori di ampliamento e modernizzazione delle linee, oltre alla gestione dei fondi europei
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In una nota diffusa oggi, il deputato andriese Giuseppe D'Ambrosio esprime il suo punto di vista sulla situazione attuale del pubblico trasporto ferroviario nel territorio nord barese. Nell'occhio del ciclone finisono i ritardi a cui sono andati incontro i lavori di ampliamento e modernizzazione delle linee.

"La nostra "grande opera" dovrebbe essere ormai al taglio del nastro rosso e invece è ancora sul binario morto. Il grande progetto di ammodernamento delle ferrovie del nord barese, denominato “Adeguamento ferroviario dell’area metropolitana nord barese”, a meno di miracoli, non verrà realizzato nei tempi previsti. Gli interventi importanti che dovevano essere realizzati dalla Ferrotramviaria S.p.A., ricompresi nel programma operativo Fesr 2007 – 2013 della regione Puglia approvato con decisione (CE) n. C/2007/5726 del 20 novembre 2007, ancora non vedono la luce.

Il tema vero, però, è quello dell’utilizzo dei fondi europei, troppo spesso impiegati in modo pessimo o addirittura non utilizzati e quindi restituiti. Questa “grande opera” riguarda 180 milioni di euro di fondi Po – Fesr Puglia 2007 – 2013, asse V “Reti e collegamenti per la mobilità”. In parole povere, potenziamento del trasporto ferroviario ed infrastrutture collegate nel nord-barese.

Cosa è successo?

Di tutti gli interventi previsti solo una parte sarà realizzata (si spera) entro fine 2015 (termine ultimo per la rendicontazione e quindi per l’utilizzo dei predetti fondi). La parte più consistente resterà incompiuta, forse nemmeno partirà. L’opinione di molti è che questi interventi ”scivoleranno” nel programma di finanziamenti europei 2014-2020. Chi può dirlo? In assenza di prove, vediamo quali sono tutti gli interventi che dovrebbero essere realizzati nei termini previsti:

 

·         Bari, potenziamento e adeguamento della tratta Bari-Fesca;

·         Bitonto, ammodernamento impianto ferroviario di stazione;

·         Bari, nodo di interscambio Bari-Lamasinata;

·         Corato, parcheggio di scambio e riorganizzazione viaria della stazione;

·         Corato, sottopasso e riorganizzazione viaria per la soppressione del PL al km 45+071 e al km 45+435;

·         Corato/Andria, raddoppio di linea;

·         Andria, nuova fermata Andria Sud (superficie);

·         Barletta, adeguamento della stazione di Barletta Scalo, con interconnessione con RFI

Saranno utilizzati in questi lavori solo 74 dei 180 milioni di finanziamenti a disposizione. Cosa non sarà realizzato nei tempi previsti, per cui la regione Puglia ha chiesto alla Commissione europea lo “scivolamento” nel programma 2014-2020?

·         Bari, riorganizzazione della Stazione di Bari – Palese e parcheggio;

·         Bari, riorganizzazione viaria per il collegamento alla fermata Palese – Macchie e parcheggio;

·         Bari, parcheggio di scambio alla fermata di Enziteto;

·         Bitonto, parcheggio di scambio fermata via La Pira;

·         Bitonto, parcheggio della stazione e adeguamento;

·         Terlizzi, parcheggio di scambio e riorganizzazione viaria della stazione;

·         Ruvo, sottopasso e riorganizzazione viaria per la soppressione del passaggio a livello al km 34+916;

·         Ruvo, creazione rotatoria su rampa innesto sp 231 (Riorganizzazione viaria per la soppressione del passaggio a livello al km 35+635);

·         Ruvo, sottopasso e riorganizzazione viaria per la soppressione del passaggio a livello al km 36+779;

·         Ruvo, parcheggio di scambio e adeguamento stazione;

·         Andria, interramento della linea e della stazione nel centro urbano con la nuova fermata Andria nord (interrata);

·         Barletta, raddoppio dal km 66 al 68 e segnalamento Andria nord e Barletta scalo esclusa;

·         Barletta, adeguamento stazione Fnb e viabilità via Veneto

Costo complessivo: 106 milioni di euro. Quindi la maggior parte dei 180 milioni di finanziamenti europei previsti dal programma 2007 – 2013 non verranno utilizzati. Perché?

Fermo restando l’ovvio interesse del soggetto privato (la Ferrotramviaria SpA) ad adeguare e migliorare le strutture e quindi il servizio, per cui risulta che la Società si sia profusa in un incessante lavoro per quanto le competeva, si evidenzia la responsabilità della “parte pubblica”, apparsa non altrettanto solerte. La spiegazione ufficiale riportata nella deliberazione di Giunta regionale è la seguente: “L’acquisizione dei pareri richiesti dalle norme vigenti, ivi compresi gli adempimenti a cura delle amministrazioni locali interessate dai singoli interventi, nonché l’adeguamento progettuale alle prescrizioni impartite dalle autorità competenti in sede di Conferenza di servizi preliminare, ha determinato un allungamento imprevisto della fase istruttoria propedeutica all’avvio delle attività di realizzazione degli interventi e conseguentemente uno slitta mento dei termini per la conclusione degli stessi.”

Ancora una volta, dunque, i partiti non hanno saputo dare risposte celeri al territorio, a scapito dei cittadini, dilapidando preziose risorse che avrebbero potuto modernizzare a livello infrastrutturale il nord-barese, oltre che a creare significative possibilità di occupazione ed indotto.

Certo, si dirà che nulla è perduto. Si farà domani, con altri fondi europei, quello che si poteva fare oggi con i fondi attualmente a disposizione. Ma per quanto ancora possiamo permetterci di perdere soldi e opportunità? Un esempio per tutti: può una città come Andria essere “divisa a metà” dal tracciato ferroviario? La classe politica locale, che aveva ereditato la soluzione a questo problema, non avrebbe dovuto porre in essere un’azione incessante e spasmodica al fine di far partire i lavori dell’interramento?

Il Movimento 5 Stelle, paventando già la solita e storica incapacità politica, aveva per tempo presentato un’interrogazione parlamentare al Ministero degli affari europei e al Ministero dei trasporti già a giugno del 2013. Il governo è cambiato, si dirà, da Letta a Renzi e il ministro è cambiato "da Maurizio Lupi a Maurizio Lupi", ma nessuna risposta è mai pervenuta. Nessuna meraviglia, data la consistenza, solo a parole, dell’azione dello stesso ministro anche sulla problematica della “alta velocità” sulla dorsale adriatica, che vede la Puglia del trasporto ferroviario ancora ai margini. Abbiamo anche tentato di avere puntuali rassicurazioni dal presidente Vendola, ma anche quella nota formale non ha avuto alcun riscontro.

A differenza di quanto è successo con le Zone franche urbane, dove per anni la politica ha latitato salvo poi saltare sul carro dei vincitori dopo che un certo portavoce a cinque stelle è andato a bussare a più di un Ministero per raggiungere il risultato, in questo caso c'è da intestarsi una sconfitta. Chi si prende la responsabilità politica di questo fallimento?"

martedì 20 Maggio 2014

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