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Condotta sottomarina nell’area protetta, la vicenda arriva in Parlamento

La Redazione
La vicenda della condotta sottomarina del sistema di depurazione dei comuni di Bisceglie, Corato, Molfetta, Ruvo e Terlizzi arriva in Parlamento
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La vicenda della condotta sottomarina del sistema di depurazione dei comuni di Bisceglie, Corato, Molfetta, Ruvo e Terlizzi arriva in Parlamento. 

Il Movimento 5 Stelle ha infatti depositato una interrogazione sul tema (sottoscritta dai deputati Francesco Cariello, Giuseppe L'Abbate, Emanuele Scagliusi, Giuseppe D'Ambrosio, Giuseppe Brescia e Diego De Lorenzis) indirizzata al Ministro dell'Ambiente per verificare la compatibilità della prevista dalla condotta sottomarina confluente i reflui dei cinque comuni «per un totale di 60.536 tonnellate al giorno di scarichi mal depurati (provenienti da quattro impianti di depurazione tutti sequestrati dalla Magistratura negli ultimi due anni) con l'istituenda Area Marina Protetta Grotte di Ripalta-Torre Calderina, già Oasi di Protezione e Sito d'Importanza Comunitaria per la presenza di fondali di pregio e tipi di Habitat Posidoneto San Vito».

«I Cittadini e i rappresentanti eletti in Parlamento – si legge nella nota diffusa dal Movimento 5 Stelle – chiedono l'intervento del Ministero dell'Ambiente per la tutela dell'ultimo tratto di costa naturale che resta al nostro territorio, intanto prosegue la raccolta firme per la petizione popolare che chiede agli Enti Locali secondo le competenze e le prerogative di ciascuno, di adeguare i depuratori dei Comuni di Corato e Ruvo-Terlizzi ai fini del riutilizzo gratuito delle acque reflue, cancellando progetti dannosi di canalizzazione sotterranea e sottomarina che nascondono il problema, aggravando le condizioni del suolo e del mare.

Questo il testo dell'Interrogazione Parlamentare:

«Per sapere che, premesso che:

– presso l’Ufficio Ecologia della Regione Puglia è in corso la Valutazione di Impatto Ambientale per il progetto di realizzazione della condotta sottomarina di scarico dei reflui dei Comuni di Bisceglie, Corato, Molfetta, Ruvo e Terlizzi in località Torre Calderina, oasi protetta di migrazione avifaunistica, con sbocco sottomarino nell’area del sito SIC Parco Nazionale della Posidonia oceanica San Vito di Barletta redatto dalla direzione industriale, progettazioni e costruzioni di Acquedotto Pugliese SpA;

– i quattro impianti di depurazione coinvolti e serviti dalla realizzazione a progetto di canalizzazione sottomarina succitata sono stati nel tempo recente tutti coinvolti da indagini e sequestri su disposizioni della magistratura locale –  Procura della Repubblica di Trani – e specificatamente: l’impianto che serve la Città di Bisceglie sequestrato nel settembre 2013, per la presenza nelle acque emerse del pericoloso batterio Escherichia Coli VTEC 026 principio causale dell’infezione della Sindrome Emolitica Uremica; l’impianto che serve la città di Corato sequestrato nell’ottobre 2013, per inosservanza della normativa sugli scarichi e superamento dei limiti tabellari (secondo Tab. 4 Allegato 5 parte terza D.Lgs 152/06 da dati ARPA Puglia e analisi da prelievi effettuati da parte delle guardie per l’ambiente locali e acquisiti nel procedimento), sequestro effettuato dal nucleo di polizia giudiziaria della Capitaneria di porto Guardia costiera di Bari; l’impianto che serve la città di Molfetta sequestrato nel maggio 2012 e nel luglio 2013, per inosservanza della normativa sugli scarichi (Tab. 1 Allegato 5 parte terza D.Lgs 152/06), sequestro effettuato dalla Capitaneria di Porto di Bari e Guardia di Finanza di Barletta; l’impianto consortile che serve le città di Ruvo e Terlizzi sequestrato nell’ottobre 2011 e nel settembre 2012, per scarico nella falda freatica di acque non depurate accertato dal Corpo Forestale dello Stato Comando Stazione Ruvo di Puglia;

– nel marzo 2010 sono stati ultimati i lavori a completamento dell’impianto di affinamento e riutilizzo in agricoltura delle acque reflue per gli impianti di Molfetta e Ruvo-Terlizzi. L’impianto non è mai entrato in esercizio e dunque risulta abbandonato da quattro anni anche a causa dell’inosservanza dei parametri stabiliti dalla normativa vigente DLgs. 152/06 sui limiti dello scarico da parte degli impianti depuratori di Molfetta e Ruvo-Terlizzi;

– la legge di stabilità 2014 “Legge 27 dicembre 2013, n.147” al comma 116 dell’articolo 1 ha previsto l’inserimento dell’area marina delle Grotte di Ripalta-Torre Calderina nonché di quella di Capo Milazzo nell’ambito delle aree in cui possono essere istituiti parchi marini o riserve marine indicate dall'articolo 36, comma 1, della legge 6 dicembre 1991, n. 394, (legge quadro sulle aree protette), ovvero inserimento tra le aree marine di reperimento, autorizzando una spesa di 500.000 euro per l’anno 2014 e di 1 milione di euro per il 2015;

– la citata legge 6 dicembre 1991, n. 394 al comma 2 dell’art. 6 recante “Misure di salvaguardia” recita che dalla pubblicazione del programma fino all'istituzione delle singole aree protette operano direttamente le misure di salvaguardia di cui al comma 3 :“Sono vietati [fuori dei centri edificati di cui all'articolo 18 della legge 22 ottobre 1971, n.865, e, per gravi motivi di salvaguardia ambientale, con provvedimento motivato, anche nei centri edificati,] l'esecuzione di nuove costruzioni e la trasformazione di quelle esistenti, qualsiasi mutamento dell'utilizzazione dei terreni con destinazione diversa da quella agricola e quant'altro possa incidere sulla morfologia del territorio, sugli equilibri ecologici, idraulici ed idrogeotermici e sulle finalità istitutive dell'area protetta”;

– che ciononostante, la Provincia di Bari, con delibera del Consiglio Provinciale n.16 del 20/09/2013, ha approvato la riduzione dell’area protetta dell’oasi avifaunistica di Torre Calderina dichiarando edificabile una superficie su cui oltre ai divieti citati si devono aggiungere i divieti di inedificabilità, perché trattasi di aree sottoposte ad ulteriore vincolo paesaggistico in quanto appartenenti alle fasce di rispetto di Lama Marcinase (già Marcianise) posta, dai regi decreti del 1902 e del 1904 negli elenchi delle acque pubbliche italiane e di superfici dichiarate aree a forte rischio idrogeologico dal PAI (parere di assetto idrogeologico redatto dalla AdB (Autorità di bacino) della Regione Puglia del 2005) e dal PAI di cui alla delibera AdB n.11 del 20/04/2009;

– e che la condotta dei reflui dei citati comuni viene realizzata oltre che nell’area della oasi protetta avifaunistica di Torre Calderina anche nel sito SIC (sito di interesse comunitario) denominato Parco Nazionale della Posidonia oceanica San Vito di Barletta – :

– se non ritenga urgente e doveroso verificare la compatibilità dell’opera prevista della realizzazione da parte di Acquedotto Pugliese SpA, della condotta sottomarina per lo scarico dei reflui delle città di Bisceglie, Corato, Molfetta, Ruvo, Terlizzi (per un totale di 60536 mc/d di reflui) e relativo impianto di pompaggio da 1000 mq e torrino piezometrico di 6,5 mt di altezza, con il sito SIC del Parco Nazionale della Posidonia oceanica San Vito di Barletta, nonché con l’istituenda Area Marina Protetta Grotte di Ripalta – Torre Calderina, ai sensi del novellato art. 36 comma 1 , lettera ee – quinquies della legge 6 dicembre 1991, n.394;

– se non ritenga urgente intervenire ai fini della tutela delle superfici dichiarate acque pubbliche considerando che è stata approvata una riduzione dell’area protetta di cui alla delibera già citata, in corrispondenza del Lama Marciniase (già Marcianise) che risulta inserito nell’elenco delle acque pubbliche».

sabato 3 Maggio 2014

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ing.deleog@libero.it
ing.deleog@libero.it
10 anni fa

E Niki il grande cosa fa….permette…ecologia e libertà