Cultura

Secondo Catalogo del Museo Archeologico di Bitonto con reperti provenienti da Ruvo

Giovina Caldarola
La mostra correlata è intitolata "Donne e guerrieri da Ruvo e Bitonto. Le scoperte del III millennio".
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Nel pomeriggio del 1 aprile 2008, presso il Teatro Comunale di Bitonto, la dott.ssa Ada Riccardi, direttrice del Museo Archeologico Jatta, ha presentato il volume intitolato “Donne e guerrieri da Ruvo e Bitonto. Le scoperte del III millennio” della quale ha curato i testi. Ad illustrare il lavoro della dott.ssa Ada Riccardi, è intervenuta la prof.ssa Raffaella Cassano, ordinario di Archeologia classica presso l’Università di Bari; ha aperto la conferenza il sindaco di Bitonto, Nicola Pice.

Si tratta del II Catalogo del Museo Archeologico della Fondazione De Palo-Ungaro che ha sede in Bitonto. Tale museo, oltre ad ospitare una mostra permanente su “Gli antichi Peucezi a Bitonto. Documenti e immagini dalla necropoli di via Traiana”, in occasione della X Settimana della Cultura ha aperto al pubblico anche la mostra “Donne e guerrieri da Ruvo e Bitonto. Le scoperte del III millennio” il cui allestimento vede presenti reperti provenienti dalle recenti scoperte archeologiche effettuate a Ruvo, in particolare di due corredi funerari compresi cronologicamente tra la fine del V e l’inizio del III sec. a.C.

Le due tombe, rinvenute a distanza di pochi giorni l’una dall’altra nell’ottobre del 2001, in due diverse zone della città, hanno portato alla luce due guerrieri muniti di ricchi ed eleganti corredi funerari. La sepoltura più antica è stata rinvenuta casualmente durante lavori agricoli, mentre la seconda, più recente di circa un secolo, è stata messa in luce in un cantiere edile. Entrambe sono della tipologia della tomba a fossa, cioè scavata direttamente nel banco roccioso. Dal ricco corredo funerario si evince che doveva trattarsi di due invidui appartenenti al ceto emergente della società, il primo dei quali qualificato come oplita data la presenza di un giavellotto e di uno strigile entrambi elementi simbolo della palestra (secondo una consuetudine del mondo greco); la datazione va dalla fine del V e l’inizio del IV sec. a.C. Il secondo individuo, di alta statura, risulta essere deceduto in età senile (circa 80 anni di età) e presenta lesioni alla cassa toracica dovute probabilmente alle attività belliche o sportive compiute durante la vita. La cronologia di quest’ultima sepoltura si aggira tra la fine del IV e l’inizio del III sec. a.C.

Lodevole l’iniziativa e l’impegno della dott.ssa Ada Riccardi, che ha trovato nell’amministrazione comunale di Bitonto, che ha finanziato il restauro dei reperti (bitontini e ruvesi!), una predisposizione alle attività culturali sicuramente superiore a quella ruvese. Va detto inoltre che l’iniziativa è stata sostenuta dalla Fondazione De Palo-Ungaro e dall’impresa edile Coce Giuseppe e Colapinto ing. Francesco che hanno curato e sostenuto economicamente il lavori di ristrutturazione e allestimento degli spazi espositivi del Museo. Una collaborazione del genere ha permesso che tesori inestimabili, quali quelli degli antichi centri peuceti di Bitonto e Ruvo, avessero la loro degna attenzione.

Come scritto dal dott. Giuseppe Andreassi, Soprintendente per i Beni Archeologici della Puglia, nella prefazione al volume della dott.ssa Riccardi “Negli ultimi anni (…) ben poche riflessioni sistematiche hanno portato a soluzioni organizzative che sapessero conseguire risultati di efficace equilibrio fra tutela, conoscenza e gestione del patrimonio, fra doveri dello Stato e aspettative degli Enti Locali, tra economicità ed efficacia dell’azione pubblica. In un’amministrazione sempre più afflitta da un fenomeno di grave senescenza del personale, chi ha lustri di esperienza alle spalle è sempre più portato a rimpiangere forme organizzative e ordinamentali di un non lontano passato (…)”.

Si spera che la nostra amministrazione comunale sappia seguire il buon esempio e riesca in breve tempo a dare notorietà e lustro ai tesori archeologici e culturali ruvesi.

mercoledì 2 Aprile 2008

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blasius
blasius
16 anni fa

Però ma che grande visibiltà…ma il nostro museo intanto lunedi di pasquetta era chiuso! E che dire poi della settimana della cultura. Non è che per caso è in atto un’opera di sciacalalggio generalizzato sul patrimonio di RUVO?

giocal
giocal
16 anni fa

Chieda all’amministrazione comunale cosa ha intenzione di fare con il patrimonio culturale della nostra città. Credo che Ruvo abbia fatto una magra figura in questa occasione. La sinergia tra i vari enti che si è creata a Bitonto dovrebbe servire di esempio. Senza un’intesa, un accordo con gli enti non si può realizzare niente.

blasius
blasius
16 anni fa

Ruvo non è bitonto