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Più di 100.000 le persone alla Giornata della Memoria per le vittime di mafia a Bari

La Redazione
Ricordare e evitare che cali il silenzio" si legge in un messaggio di Paolo Ferrero
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16 marzo 2008. Più di 100.000 le persone che hanno partecipato alla Giornata della memoria per le vittime di mafia a Bari. Manifestazione divenuta una grande e colorata festa alla quale partecipano adulti, ragazzi e bambini. Una forte e compatta delegazione ruvese si è unita ai manifestanti.
«LA LEGALITA’ NON SI PREDICA» – «Fuori le mafie dalle nostre vite», «Insieme per ricordare e cambiare», «La legalità non si predica, si pratica»: queste alcune delle scritte che campeggiano sugli striscioni
Molti quelli dalla Sicilia e tanti del Salento, dove per lungo tempo ha dominato l’organizzazione di tipo mafioso "Sacra Corona Unita".
Tra i partecipanti istituzionali, il presidente della Camera Fausto Bertinotti, il vicepremier Massimo D’Alema e il ministro dell’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio. I giovani hanno usato treno, auto, pullman per raggiungere il capoluogo pugliese e partecipare alla manifestazione, dove ora si scandiscono i nomi delle vittime di mafia. «Difendiamo la verità – gridano i ragazzi – e la cultura della legalità».

«Il cambiamento ha bisogno di noi, non di un Dio». Lo ha detto il presidente di Libera, don Luigi Ciotti, sintetizzando l’impegno richiesto ai giovani per Combattere le mafie. «C’è una corresponsabilità che ci appartiene>>. «Chiediamo allo Stato, alle istituzioni, alle amministrazioni di fare la loro parte, non dimenticando – ha continuato – le espressioni positive e rinunciando a quelle cose che non vanno bene. Dobbiamo prendere coscienza che il cambiamento ha bisogno delle nostre scelte, del nostro impegno, del nostro coraggio, della nostra voglia di metterci in gioco, delle denunce che nella quotidianità fanno la loro parte. In questo senso il lavoro con le scuole, con le università, con il mondo del lavoro, le confische dei beni, sono i segni della concretezza, della speranza».
Ricordare e evitare che cali il silenzio" si legge in un messaggio del ministro della Solidarietà sociale, Paolo Ferrero, inviato agli organizzatori, "sulle migliaia di vittime che la criminalità organizzata ha fatto dai tanti servitori dello Stato ai semplici cittadini, significa rinnovare l’impegno perché la mafia sia sradicata dalla società e perché le ragioni sociali e politiche che ne favoriscono lo sviluppo siano superate e risolte.

"Le mafie furono e sono un’ipoteca drammatica per lo sviluppo del Mezzogiorno, la compromissione della classe dirigente e l’inibizione delle libertà. Noi affidiamo a queste meravigliose generazioni il testimone di una battaglia fondamentale che tiene viva la memoria" ha declamato il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola. "La memoria dei nostri martiri e dei nostri eroi è per noi anche la bussola per orientarci nel presente e nel futuro".

(fonti :la reppublica; corriere della sera)

domenica 16 Marzo 2008

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