Attualità

Verso la consulta giovanile

Mariangela Lovino
La voglia di coordinamento dei giovani ruvesi sembra finalmente prendere forma
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Ieri sera presso la Sala Conferenze di Via dell’Aquila, ha preso vita il raduno di chi ha accolto l’invito a confrontarsi circa la proposta di fondare un organo finalizzato all’"incontro e confronto” tra giovani rubastini e istituzioni.

Presenti circa una quarantina di giovani ruvesi dalle belle speranze, chi in rappresentanza di questa o quella associazione culturale, teatrale, di volontariato, religiosa, politica o musicale, chi semplicemente in rappresentanza di se stesso. Apprezzabilissima anche la convocazione di scuole e parrocchie. In definitiva si ricrea una situazione stranamente variegata, insolita quanto pregevole.
La stragrande maggioranza degli astanti pare rispondere con uno spirito fondamentalmente ottimista agli spunti  di riflessione esposti dalla voce di Enzo Rutigliani, il più “temerario” nel prendere la parola tra i “7 promotori” del progetto. La proposta è di dar vita ad un gruppo di persone unite da un doppio comune denominatore: l’essere giovani e l’essere ruvesi.

Più nello specifico, si pensa alla creazione di un “organo stabile nel tempo” cui, i singoli rappresentanti della fascia più acerba della nostra realtà locale, possano far riferimento per esporre e difendere presso le istituzioni esigenze, opinioni e interessi nei quali potranno di volta in volta sentirsi accomunati al di là dell’appartenenza a questa o a quella entità associativa. L’idea si accosta ad un simil-sindacato, apartitico e aconfessionale (ma resta aperta la questione del nome), voglioso di bussare alle porte del settore delle politiche giovanili, nei cui confronti si avverte una forte esigenza di “svecchiamento”. Non mancano certo dubbi e scetticismi.

C’è ad esempio qualcuno, tra i più diffidenti e sin troppo “inquieti” e confusi circa le finalità del raduno, che finisce quasi preda di una rarissima forma di attacchi di panico, ogni qual volta si nomini il chiacchieratissimo “palazzo Avitaja”e i suoi inquilini. L’attenzione viene così puntata su quale ruolo l’amministrazione giochi nell’immediato. “Al momento, ciò che ci interessa da parte loro è innanzi tutto l’apertura verso il progetto, testimoniata se non altro dalla disponibilità nel fornirci i luoghi di ritrovo”, replicano i più informati. In quanto a sospettate “invasioni di campo” future, la smentita è netta, e noi vogliamo crederci, quantomeno per evitare che un’idea così bella si dilegui sin dall’inizio nel pericoloso e stupido mare della polemica fine a se stessa.

La paura più diffusa: non si tratterà mica di un “fuoco di paglia” che, giunto ad esaurimento  rivelerà una preoccupante carenza di idee? Se mai ciò dovesse accadere, e ovviamente nessuno se lo augura, la responsabilità cadrebbe su tutti i coinvolti, così come lo stesso varrebbe per i meriti in caso di successi vari ed eventuali, ci tengono a specificare “i magici 7”. Si richiede, perciò, la collaborazione da parte di chiunque sia interessato  a far sentire la propria voce, “in condizioni di parità di diritti e parola” rispetto a tutti gli altri. Circa le proposte da sviluppare, si rivela cruciale l’esigenza di porsi il prima possibile degli obiettivi, primo tra tutti la redazione di uno Statuto, che definisca i principi interni di questa “rete di associazioni e singoli”.

Altro punto al centro del dibattito: che fine farebbe il senso di identità di ciascuna delle realtà associative coinvolte? A far quantomeno vacillare i dubbi a tal proposito, l’illustrazione del concetto di “rete”: le specificità non solo non saranno ignorate, ma verranno promosse alla luce dell’ eventuale esigenza della comunità al completo, di usufruire di competenze e vocazioni di volta in volta settoriali.

E’ davvero un peccato che il meeting si intoppi di tanto in tanto in un arido appigliarsi alle sfumature più insignificanti di ogni dichiarazione, ad una dietrologia che sa tanto di politica, ma di cui si farebbe volentieri a meno in occasioni come queste. E’ forse l’atteggiamento più sbagliato e “distruttivo” che si possa assumere in questa delicatissima fase di gestazione. Ma, per fortuna, l’entusiasmo dei più sembra avere la meglio e voler ignorare infruttuose politicizzazioni, attacchi personali irragionevoli e il ricordo di ormai superate delusioni  nella gestione di progetti simili a questo.

Dall’incontro di ieri sera, trapela forte e chiara la consapevolezza di trovarsi di fronte ad una sfida ardua…ma a tal proposito, se è vero che risulta profondamente saggio interpretare i numerosi dubbi come sintomo di serietà e maturità, è altrettanto vero che la fortuna aiuta gli audaci. E allora al lavoro! Per i suddetti audaci il prossimo appuntamento è venerdì 27 ottobre, ore 19, ancora una volta presso la sala conferenze in Via dell’Aquila. Durante l’incontro si getteranno le basi per la stesura del regolamento interno.

Il lunedì successivo, 30 ottobre, stesso posto-stessa ora, si ritengano ufficialmente invitati tutti i giovani rubastini, per la proposta dei progetti. Vivamente gradite idee alla mano.

sabato 21 Ottobre 2006

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