Politica

Produttori olivicoli: in pericolo l'”integrazione”

Salvatore Vernice
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Aiuto comunitario in bilico per circa 1.300 produttori di olio ruvesi che vedrebbero messa in pericolo la cosiddetta “integrazione” se le norme ministeriali non dovessero cambiare.

Una situazione che l’A.C.L.I. Terra (Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani) della provincia di Bari ha evidenziato e che, attraverso una esplicita richiesta presentata all’on. Giusi Servodio, vice presidente della commissione agricoltura della Camera dei Deputati, è stata portata all’attenzione degli organi nazionali.

«La nostra richiestaha spiegato Tommaso Loiodice presidente provinciale dell’A.C.L.I. Terra – è quella affinché si adottino opportuni provvedimenti a tutela e a salvaguardia di migliaia di produttori agricoli del comparto oleicolo della nostra regione Puglia, ed in particolare della nostra terra di Bari, da sempre dedita all’olivicoltura e da più parti riconosciuta come culla storica del prodotto olio extravergine di oliva».

Il provvedimento messo in discussione dall’organizzazione degli agricoltori è il decreto ministeriale del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali dell’agosto 2004 che ha previsto in 3.000 metri quadri la superficie minima per poter concorrere agli aiuti economici da parte della Comunità Europea.

«E’ del tutto evidenteprosegue Tommaso Loiodiceche tale penalizzazione si ripercuoterebbe soprattutto su quelle zone già di per sé orograficamente svantaggiate o fortemente compromesse da una eccessiva parcellizzazione delle superfici agricole coltivabili, compromettendo di fatto la sana politica di salvaguardia ambientale. Anche perché riteniamo i piccoli produttori che con caparbietà coltivano il loro piccolo pezzo di terra, sono da annoverare tra le vere sentinelle del territorio. Quindi per non penalizzare nessuno, la nostra proposta potrebbe essere quella di non legare l’aiuto alla estensione del terreno olivicolo, ma semmai considerare una soglia minima da escludere, legata alla eventuale somma da erogare».

Proprio nel territorio ruvese sono centinaia gli agricoltori che con appezzamenti al di sotto dei 3.000 metri quadri, posseggono coltivazioni «in grado di esprimereconclude Loiodice – quantità di olio prodotto, in maniera superiore a quello prodotto in terreni con misure oltre quelle previste dal minimo. Il nostro auspicio è che la commissione parlamentare possa cambiare questa norma che penalizza eccessivamente i piccoli produttori».

sabato 5 Agosto 2006

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