Attualità

La logica dei terroni

La Redazione
Il centenario della nascita di Cantatore dopo una settimana all'insegna delle polemiche
scrivi un commento 158

Il centenario della nascita di Domenico Cantatore, tanto decantato dai tecnici della città e tanto sponsorizzato su testate e su televisioni, a Ruvo sembra passare sotto silenzio, già dopo una settimana.

Non è stata predisposta alcuna campagna pubblicitaria adeguata, la quale si è ritrovata ad essere una sola brochure circolata tra i vari settori del Comune con il programma rimasto praticamente sconosciuto ai cittadini, che si sono ritrovati a poter essere informati con pochi manifesti in giro per la città con poche notizie a riguardo.

Il programma di eventi prevede mostre fino al 22 maggio e la logica del buon senso richiede che si predisponga una mostra delle opere di Cantatore che non si riduca al solo primo giorno dell’inaugurazione, cosa che è effettivamente successa, quando il 18 Aprile la tv ha potuto riprendere l’inaugurazione della mostra delle opere del famoso pittore ruvese morto a Parigi nel 1998 ma i curiosi e gli appassionati accorsi hanno potuto godere della mostra solamente il primo giorno.

Infatti già il giorno successivo la mostra di Palazzo Caputi dedicata all’artista era chiusa, senza che i cittadini e gli avventori da fuori potessero saperlo perché si era predisposto che le mostre dei prossimi giorni fossero affidate ad artisti ruvesi, cosa che ha scatenato le violente critiche e le violente reazioni da parte degli accorsi che hanno protestato con gli incolpevoli giovani artisti, che avevano subìto in un primo momento il fatto di essere stati chiamati dall’organizzazione e non essere neanche stati visitati da questi.

Alcuni esempi: presso l’ex convento dei domenicani, la mostra dell’artista ruvese trapiantato a Milano Mario De Leo ha visto i visitatori arrivare per chiedere se ci fosse la mostra su Domenico Cantatore, al che lo stesso artista, improvvisandosi portiere della struttura, specificando che si trattava della mostra dell’artista De Leo, si è visto girare le spalle di numerosa gente che se ne andava via così, senza neanche mettere piede all’interno dell’ex convento.

A Palazzo Caputi invece si è sfiorata quasi l’aggressione fisica con una giovane artista che stava esponendo nei pressi del palazzo e con negozianti che, tranquilli nel loro negozio, hanno assistito alla violenta reazione di una persona che si è lamentata della “logica dei terroni” adoperata nel preparare le manifestazioni.

Allorché nascono varie questioni, come è possibile che la mostra sia durata solo un giorno in un palazzo che ospita che da anni le opere di Cantatore ancora da catalogare, lasciate in stato di abbandono e soprattutto in balia dei numerosi possessori delle chiavi dello stesso? Perché non sono stati preparati almeno dei richiami visivi alla mostra e allo stesso centenario con striscioni così come è stato fatto all’ingresso del museo Jatta?

Come si è potuto avere a che fare con tanta sciatteria nel preparare un programma di eventi su una personalità cui tanto Ruvo di Puglia si fregia di aver dato i natali?

Una prima risposta si può dare col fatto che l’intera organizzazione è stata affidata ad una tale d.ssa Mascolo residente nei pressi di Bari, la quale, abbastanza all’oscuro dell’operato di Cantatore, aveva inizialmente chiesto aiuto ai ragazzi del Servizio Civile che stanno svolgendo il loro servizio nel Progetto “Servizi per Vivere l’Arte”, per poi snobbarli completamente e limitarsi ad utilizzarli, come sovente accade, da persone in prima linea nell’organizzazione dell’intera rassegna a mera manodopera e sorveglianza dei locali.

Tutte queste mancanze da parte dei responsabili dell’organizzazione denotano davvero quella logica rimproverata alle incolpevoli vittime delle aggressioni, che hanno invitato più volte i critici a rivolgersi ai dirigenti dei settori coinvolti, veri colpevoli di tutto questo.

La “logica dei terroni” (della quale si è incolpato lo stesso aggressore) vuole significare quella superficialità nell’organizzare e nello gestire le cose, che dovrebbe appartenere ed essere indirizzata a chi si fregia di poter e saper organizzare eventi di così elevata importanza che vogliono dar lustro, o almeno conoscenza, di quanto la città di Ruvo può offrire ai suoi cittadini e alla Puglia intera.

Per come è stata affrontata e come sta procedendo la mostra, richiamata spesso sui giornali ma che sta passando sotto silenzio, sembra che al Comune di Ruvo non importasse più di tanto del suo figlio illustre: chi conosceva già Cantatore non scoprirà niente di nuovo e continuerà a conoscerlo per ciò che già sapeva, mentre chi non lo conosceva non scoprirà niente di nuovo e continuerà a non conoscere l’illustre artista, come gli stessi organizzatori.

Ed è solo grazie ai ragazzi del Servizio Civile che la mostra di Domenico Cantatore è stata riaperta, dal 21Aprile e continuerà ad esserlo fino al 22 Maggio, giorno di chiusura del programma di eventi, in via del tutto eccezionale ma secondo la logica del buon senso.

venerdì 28 Aprile 2006

Notifiche
Notifica di
guest
0 Commenti
Inline Feedbacks
Vedi tutti i commenti

Le più commentate della settimana