Cultura

A Palazzo Caputi una rassegna sul problema dell’Hiv in Honduras

La Redazione
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L’altra sera a Ruvo, nel palazzo Caputi, è stata inaugurata una mostra di venti immagini fotografiche sulla condizione femminile e il problema dell’Hiv in Honduras, una rassegna fotografica collettiva ed itinerante finanziata da Plan, Onusida, Kodak Honduras e Caritas Honduras, patrocinata a Ruvo dal Comune.

La mostra ha già fatto tappa in molte città italiane grazie al patrocinio intellettuale dell’Ambasciata honduregna in Italia, dell’Istituto Latino-Americano Italiano e della Commissione Unesco e a Ruvo resterà aperta sino a martedì prossimo, 18 aprile.

Anna Berardi, la ventiseienne ruvese che lavora da due anni nella cooperazione internazionale allo sviluppo occupandosi di comunicazione per la tutela dei diritti umani, in Honduras, Messico e Nicaragua e curatrice della mostra, ha spiegato: "La foto della pala e del cucchiaio è tra quelle che meglio esprimono il problema della vulnerabilità all’Aids delle donne honduregne.

C’è una resistenza culturale: il machismo e una presenza cattolica forte che impedisce l’uso del preservativo e continua a predicare l’astinenza come forma di prevenzione dal virus. Ma naturalmente non è così che si può immaginare una prevenzione".

Nella rassegna sono esposte foto di gioia e di povertà dove si vedono bambini che già lavorano. "Il progetto", spiega Anna Berardi, "è ideato e coordinato dall’ong internazionale "Libre Expresion" che utilizza lo strumento della fotografia come mezzo per dar voce a popolazioni vulnerabili e ad ex carcerati.

Gli autori delle foto, che hanno scritto anche le didascalie, sono 22 minori a rischio tra gli 8 e i 17 anni. Vivono in una comunità rurale ed in una cittadina: otto di loro sono sieropositivi. Hanno voluto dar voce alla loro quotidianità con queste venti foto a colori formato 30×40, scattate con macchine automatiche. Una denuncia e al tempo stesso un’esplorazione per far cadere il tabù dell’Aids".

L’idea invece nasce, "con la fotografa olandese Mijke Bos, fondatrice di Libre Expresion che ho conosciuto in Honduras quando già mi occupavo di comunicazione e diritti umani per Onusda. Oggi lavoriamo per integrare i programmi didattici di quel Paese con l’arte e la cultura, perché diventino fruibili soprattutto alle fasce più basse e bisognose di sviluppo della popolazione".

sabato 15 Aprile 2006

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