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Celebrazioni del centenario della nascita di Domenico Cantatore

La Redazione
Mercoledì 12 aprile alle 10.30 nella Sala Giunta della Provincia di Bari, conferenza stampa di presentazione
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Il centenario della nascita del grande artista, Domenico Cantatore (1906-2006) sarà celebrato dal 18 aprile al 22 maggio con un un ricco programma di manifestazioni che si apriranno con un Convegno nella Sala Consiliare (Palazzo Avitaja) a cui seguirà un concerto nella Cattedrale.

Le celebrazioni del centenario della nascita dell’artista Cantatore sono organizzate dal Comune di Ruvo, le cui finalità saranno illustrate da Mario Volpe, Commissario Straordinario del Comune di Ruvo, durante una conferenza stampa nella Sala Giunta della Provincia di Bari mercoledì 12 aprile alle ore 10,30.

Alla conferenza stampa parteciperanno Vincenzo Divella (Presidente della Provincia di Bari), Onofrio Sisto (Vicepresidente), Cesareo Putignano (Assessore alla Cultura), Vito Palmieri (Assessore al Turismo), Filomena Maria Sardella, Soprintendente al Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico per le province di Bari e Foggia, Giovanni Girone, Magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Bari. E’ prevista inoltre la partecipazione di Silvia Godelli, Assessore alla Cultura della Regione Puglia.

L’evento culturale, organizzato dal Comune di Ruvo di Puglia, è patrocinato da Provincia di Bari, Regione Puglia, Soprintendenza per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico per le province di Bari e Foggia, Università degli Studi di Bari, Centro Ricerche di Storia Religiosa in Puglia e Rotary Club di Molfetta.

In occasione delle celebrazioni del centenario di Cantatore, è in programma inoltre una mostra antologica del Maestro Mario De Leo che terrà, tra l’altro, un concerto di musica popolare nell’ex Convento di San Domenico a Ruvo di Puglia. Durante la manifestazione sarà, inoltre, presentata una pubblicazione dedicata a Cantatore. 

Note Biografiche di Lucia Rosa Pastore, Attività Culturali – Provincia di Bari:

Domenico Cantatore (Ruvo di Puglia, 16 marzo 1906 – Parigi, 22 maggio 1998). Autodidatta, dopo un breve soggiorno nella capitale, si trasferisce a Milano (’24) dove si accosta a Carrà e stringe legami di amicizia con Quasimodo, Gatto, Carrieri, Tomea, Sinisgalli, Tofanelli, Solmi e Zavattini.

 La sua tendenza a riassumere le forme in blocchi saldi e compatti si manifesta già alla personale di Bari (‘28) dove gli angolosi esemplari del bracciantato rurale, le audacie cromatiche fanno presagire gli orientamenti futuri destinati a definirsi durante il viaggio a Parigi (‘32) che gli consente una visione diretta dell’opera degli impressionisti, di Cézanne, Van Gogh, Matisse, Modigliani, Picasso.

Tornato a Milano (disegni e puntesecche esposte alla Galleria del Milione nel ‘34), riprende le tematiche d’interni con donne immerse in una luce livida che sembra scaturire da una sorgente di malinconia. Nel ‘38 appaiono nelle Poesie di Sinisgalli sei disegni dell’artista che anche in seguito si dedicherà all’illustrazione di libri.

 Del ‘41 è la nomina per chiara fama a titolare di Figura disegnata al Liceo Artistico da cui passerà, nel ‘47, alla cattedra di Pittura dell’Accademia di Belle Arti di Brera. Forme più scabre caratterizzano la sua produzione sul finire degli anni ‘40, quando ai lenti accordi tonali subentrano timbri cromatici luminosi che dilagano nello spazio e stagliano in modo più definito i corpi.

La scoperta del paesaggio – nonostante documentati approcci in anni giovanili – si fa generalmente risalire al viaggio in Spagna (‘56) che evoca in lui il ricordo delle origini, anche se non è la Puglia ma Montefiore dell’Aso, dove trascorre l’estate, a sollecitare queste vaste visioni di masse cromatiche sovrapposte dalle vaghe ascendenze espressioniste. Ai fluidi paesaggi marchigiani contrappone le spigolose immagini della gente pugliese, la cui asprezza dei tratti riesce a fissare anche con la tecnica del mosaico.

Analoga impaginazione a incastro si riscontra nella stesura delle nature morte. Alla fine degli anni ‘60 subentrano la serie dei Perdoni e i tronchi di olivo saldamente ancorati alla terra come i contadini e le donne del Sud, partecipi di un linguaggio simbiotico che accomuna il vegetale all’umano. Un’ampia raccolta dell’opera grafica, dono dell’artista alla sua città, è custodita nel Palazzo Caputi-Jambrenghi di Ruvo di Puglia.

mercoledì 12 Aprile 2006

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