Cronaca

I ragazzi non dimenticano

Nico Andriani
Manifestazione in memoria della Shoah alla Carducci
scrivi un commento 404

In occasione della giornata internazionale in memoria delle vittime dell’olocausto, il giorno 26 gennaio presso l’Auditorium della Scuola Media Giovanni XXIII si è svolta una manifestazione cittadina di commemorazione a cura dei ragazzi delle terze classi.


La serata è stata presentata dal Commissario prefettizio Mario Volpe e ha visto la presenza del presidente dell’ ANPI (Associazione Nazionale Partigiani Italiani), anch’essa ideatrice delle manifestazioni in occasione della Giornata della Memoria) e la toccante testimonianza di Alex Wiesel, presidente onorario dell’Associazione Italia-Israele.


La manifestazione è stata inaugurata dalla Corale “Don Tonino Bello” diretta dal Prof. Di Rella che ha visto i ragazzi del coro impegnati nell’esecuzione di Evenu Shalom e di Hava Nagila, famose canzoni ebraiche dai testi simbolici che parlano di pace, senza però dimenticare una malinconica allegria che è possibile cogliere nelle note delle loro ballate frenetiche quali quelle di Hava Nagila. 


I ragazzi della Carducci, come sottolineato dalla Preside dell’istituto, hanno intrapreso “un cammino di conoscenza che ha voluto anche far conoscere meglio i costumi, la vita e le tradizioni del popolo ebraico”; era infatti possibile nel cortile d’ingresso della scuola documentarsi sulle usanze ebraiche quali il matrimonio ebraico, lo shabbat, la Pasqua Ebraica e leggende quali quella del Golem, oltre alle considerazioni dei ragazzi sulle tematiche del dialogo intereligioso (la serata infatti si è distinta per lo slogan Dalla conoscenza al dialogo in una prospettiva di reciprocità).


L’intervento di Alex Wiesel ha portato la testimonianza di quei 6 milioni di ebrei che la storia ricorda come vittime del folle disegno nazista, parte di quelle 50milioni di vittime che l’intero secondo conflitto mondiale ha causato, e le sue parole a volte interrotte da un’emozione e un dolore che non passa dopo 61anni hanno riportato in vita gli attimi della sofferenza della sua famiglia e di quella dei propri amici e parenti persi in quella tragedia, come quella del padre quasi soffocato nel fango al suo arrivo ad Auschwitz perché, strattonato a terra, stava cercando di raccogliere le proprie medicine per curare la sua ipertensione, prima di essere spedito nelle camere a gas.


È difficile ricordare la shoah perché non è possibile raccontarla nella sua interezza, perché ogni vittima porta dentro di se la sua storia, la sua sofferenza, la propria umiliazione di morire due volte, veder morire chi si aveva di più caro e poi aspettare di morire anch’essa dopo la schiavitù, dopo le torture e dopo gli esperimenti patiti sulla propria pelle.


Si poteva morire a piacimento, per un’occhiata o per un respiro di troppo, in quel luogo dove niente era più umano e la morte aveva preso i ritmi del lavoro di fabbrica.
Il messaggio è stato chiaro: ad Auschwitz l’umanità sembrava finita e la gente era ridotta a larve silenziose incapaci di manifestare la loro sofferenza, vittima della dittatura, adesso spetta alle nuove generazioni non dimenticare, far valere libertà e alla democrazia, combattere per i propri diritti, evitare che torni il pericolo di una dittatura.


La testimonianza di Wiesel, che in chiusura ha spiegato come gli ebrei abbiano scelto di suonare il violino in quegli anni, come unico strumento in grado di seguirli nelle loro continue diaspore per sopravvivere, ha aperto un’attività a cura dei Volontari del Servizio Civile Nazionale del Progetto “Libero Accesso Alla Cultura”, operanti a Ruvo, con la proiezione di alcuni messaggi ritrovati nei campi di concentramento e collocati presso il Museo al Deportato della Fondazione Ex Campo Fossoli di Palazzo Pio, a Carpi (Modena) e di alcuni fotogrammi che potessero presentare la Shoah senza alcuna didascalia e con la disperata forza dell’immagine e della musica tratta dal film di Spielberg “Schindler’s List”, sulla cui cornice Giandomenico Lovino e Michele Pinto hanno letto alcuni passi tratti da “Se questo è un uomo” di Primo Levi.


La serata si è poi conclusa con la “Flute Symphony”, composta interamente dai ragazzi della Scuola Media, diretta dal Prof. Caldarola, che ha proposto con bravura altri brani ebraici.
A fine serata siamo riuscite a porre una domanda ad Alex Wiesel e alla Preside della Scuola Carducci
-qual è il valore di raccontare la shoah ai ragazzi?
Bisogna far conoscere ciò che è successo e proteggersi da una sua riproposizione. Bisogna evitare che ciò che è stato possa riaccadere e bisogna proteggersi, sono i ragazzi il futuro del mondo e bisogna difendere la democrazia, far rispettare la libertà di pensiero e di azione senza attaccare quella altrui.
che risposta forniscono i ragazzi alle problematiche e alle tragedie del passato come la shoah?
I ragazzi si dimostrano sempre impegnati e sensibili, in un continuo percorso di scoperta, di comprensione e di impegno, a sostegno dell’integrazione reciproca e dell’interculturalità, come dimostrano gli scritti degli alunni sulle tematiche del dialogo religioso e le loro stesse considerazioni sulla tragedia dell’olocausto.

domenica 29 Gennaio 2006

Notifiche
Notifica di
guest
0 Commenti
Inline Feedbacks
Vedi tutti i commenti

Le più commentate della settimana