La riflessione

Museo Jatta, Chieco: «Nonostante petizioni farlocche i fatti ci hanno dato ragione: la collezione rimarrà a Ruvo »

Oinochoai conservate nel Museo Jatta ed esposte nel Grottone © RuvoLive.it
Il sindaco Pasquale Chieco, in una nota, ricorda quando, a novembre 2020, da un atto di indirizzo presentato dai Consiglieri di Forza Italia scaturì un vespaio di polemiche, alimentate dal timore di perdere i reperti della Collezione Jatta
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Lo scorso 28 luglio, nel Grottone di Palazzo Jatta si è inaugurata la mostra “Collezionauta – Capolavori attraverso il tempo”, a cura della Direzione Museale della Regione Puglia. L’esposizione dedicata al collezionismo che va dai primi dell’Ottocento sino ai giorni nostri – la famiglia Jatta custodisce preziosi cimeli di famiglia restaurati e opere d’arte – sarà fruibile sino al 28 maggio 2023, quando riaprirà le porte il Museo Jatta.

Sulla mostra Collezionauta e sulla prossima riapertura del Museo, il sindaco Pasquale Chieco fa delle riflessioni «a mente fredda», togliendosi qualche sassolino dalla scarpa.

«La direttrice Claudia Lucchese mi fa sapere che questi primi giorni di esposizione al Grottone della collezione Jatta completata dal vaso di Talos, sono stati un successo. Ne ero sicuro: questo ritorno era atteso con impazienza.

Con la Direzione Regionale dei musei, che ho ringraziato a nome di tutti noi Ruvesi, si è lavorato sodo per accorciare i tempi e trovare buone soluzioni espositive durante il periodo in cui la sede museale dovrà rimanere chiusa per i lavori di ristrutturazione e abbiamo portato a casa un buon risultato che ha restituito la collezione agli occhi del mondo.

C’è però un dato che in questi giorni è passato quasi inosservato, ma che a me invece pare essenziale. Dalla lettura del manifesto della mostra “Collezionauta” si evince una informazione di grande importanza: riportando la data della chiusura della mostra (28 maggio 2023) la Direzione museale ci dice che punta alla riapertura del museo Jatta nella sua sede storica entro maggio 2023. Magnifico.

In questi giorni la mente mi è tornata al novembre 2020 e a un’improbabile petizione che girava in quei giorni sul web. Nel testo della petizione si adombrava (testuale) “il pericolo che la collezione non tornasse più a Ruvo di Puglia”. La consigliera Mariatiziana Rutigliani (Forza Italia, ndr) portò i contenuti di quella petizione farlocca addirittura in Consiglio comunale (i Consiglieri di Forza Italia – Rutigliani, Orazio Saulle e Antonello Paparella – presentarono un atto di indirizzo in cui paventavano che 25 vasi della Collezione Jatta, esposti al Castello Svevo a Bari per la mostra “Vasi Mitici”, non tornassero a Ruvo vista la chiusura del Museo per lavori di ristrutturazione e chiedevano all’Amministrazione di attivarsi a trovare luoghi di proprietà del Comune idonei ad accogliere i tesori della collezione Jatta, ndr).

All’epoca rimasi sconcertato, oggi, davanti all’esposizione della collezione a Ruvo, mi viene da riflettere. All’epoca, in piena pandemia, pur davanti alle chiarissime rassicurazioni della Direzione Regionale, che parlava di necessari lavori di adeguamento e messa a norma delle sale, non ci si faceva scrupolo di fare terrorismo e di giocare con i sentimenti di una comunità che ha nel “suo” museo uno dei luoghi più amati e identitari. Come dissi con chiarezza allora e, come oggi, i fatti hanno dimostrato, non c’era alcun pericolo. Non c’era alcuna possibilità che la collezione Jatta finisse altrove.

E non solo perché mai il Ministero avrebbe consentito la chiusura di un suo prestigioso museo, ma anche e soprattutto perché il Museo Jatta può esistere solo a Ruvo di Puglia, tanto è unico e insostituibile il palazzo che lo ospita, tanto è legato alla nostra città il nome degli Jatta, tanto è inimitabile e unica la modalità di esposizione dei reperti che rappresenta anche un capitolo importante della storia del collezionismo ottocentesco.

Qualcuno ci cascò in buona fede e forse per troppo amore prese per buone le fandonie contenute nella petizione, altri, più maliziosamente, immaginarono di trovare uno spiraglio per una polemica politica con l’Amministrazione che aveva ottenuto per Ruvo il titolo di Città d’arte. La storia però li ha sbugiardati.

Alla riapertura della mostra al Grottone, manco a dirlo, la Consigliera incendiaria e tutti i suoi sodali, allora preoccupatissimi per il destino della collezione, si sono ben guardati dal farsi vedere. Resta l’ennesimo esempio di un modo di fare politica meschino, senza idee e senza scrupoli, pronto a lanciare bufale e a tirare i piedi. Delle diffamazioni parleremo più avanti.
Per loro sfortuna però noi Ruvesi abbiamo ottima memoria. Ad ogni modo, per il caso che qualcuno ancora non lo sappia, con grande gioia lo ribadisco: la collezione del Museo Jatta è a Ruvo, è visitabile ed è bellissima, vi aspettiamo».

domenica 7 Agosto 2022

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