Dopo un anno

Il vaso di Talos lascia il Museo del Libro, gli operatori: «Grazie per questa esperienza»

Veronique Fracchiolla
Veronique Fracchiolla
Vaso di Talos in una teca
Il vaso di Talos al Museo del Libro nel primo giorno della mostra "Talos, un gigante nella storia di Ruvo" © RuvoLive.it
Farà parte della mostra "Collezionauta" allestita, dal 28 luglio, nel Grottone di Palazzo Jatta. Il cratere è stato esposto, quasi per un anno, a Palazzo Caputi e ha ricevuto molte visite, tra cui quella dell'ex ambasciatore Walter Hagg
scrivi un commento 196

Il Vaso di Talos lascia una delle sale del Museo del Libro – Casa della Cultura dove, per quasi un anno, è stato custodito all’interno di una teca per essere accolto nel Grottone di Palazzo Jatta, nell’ambito della mostra temporanea “Collezionauta”, in attesa della conclusione dei lavori di ristrutturazione del Museo, prevista per maggio 2023.

Era l’estate del 2021 quando il vaso attico del V secolo a.C. tornava a Ruvo di Puglia dalla mostra “Vasi Mitici” allestita nel Castello Svevo a Bari: il 16 settembre si inaugurava l’esposizione monotematica “Talos, un gigante nella storia di Ruvo”, dove venivano narrati il ritrovamento dei reperti, i suoi restauri e la storia del museo Jatta attraverso risorse multimediali.

E nel corso di questo anno nutrito è stato il numero di visitatori che hanno varcato la soglia del palazzo del tardo Cinquecento. Tra loro Walter Hagg, ex ambasciatore austriaco in Italia, accompagnato dalla moglie Aglae e da 22 appassionati conoscitori di arte e archeologia. «Il gruppo ha letteralmente inseguito il vaso per anni, dopo averlo visto ben 42 anni fa nel museo Jatta, prima del restauro del 1993» avevano scritto dal Museo del Libro. E oggi la direttrice Teresa De Francesco, gli operatori e i giovani volontari del Servizio civile universale hanno salutato il prezioso cratere attico con un messaggio commosso sulla pagina Facebook del Museo del Libro.

«Lo abbiamo desiderato, atteso, accolto con entusiasmo e coccolato – hanno scritto -. Ci siamo presi cura di lui raccontando ai numerosissimi visitatori le tante storie che lo hanno visto protagonista: dalla produzione in Grecia all’arrivo nell’evoluta civiltà ruvese del V secolo a.C. e sepoltura in un corredo funebre, al rinvenimento ottocentesco in un contesto di grande entusiasmo per il collezionismo archeologico, che lo ha visto esposto come “pezzo” principale del museo fondato dall’illuminata famiglia Jatta, fino all’acquisizione da parte del Ministero dell’intera collezione con conseguente restauro e valorizzazione.

Un reperto straordinario che ci “svelava” nuovi dettagli ad ogni visita. Ora torna “a casa”, nel palazzo Jatta, in una nuova esposizione temporanea in attesa della riapertura del Museo, dove continuerà ad affascinare visitatori da tutto il mondo. Grazie all’Amministrazione Comunale, alla Direzione Regionale Musei Puglia, e a quanti, anche in modo silenzioso, hanno contribuito e reso possibile questa straordinaria esperienza».

mercoledì 27 Luglio 2022

Notifiche
Notifica di
guest
0 Commenti
Inline Feedbacks
Vedi tutti i commenti