Nell’ultimo giorno di maggio, il mese mariano, il rione Caprera ha onorato Maria Ausiliatrice. Come tutte le feste sacre rionali, quella di Caprera ha una storia. Nasce da un ritrovamento, da frammenti che mani operose e delicate hanno ricomposto per ridare vita al sacro.
È la Festa che la Famiglia Bellarte, dal 1965, organizza per onorare la Virgo Auxilium christianorum, a cui è dedicata una statua custodita nell’edicola eretta per Lei, collocata nel cortile della propria casa, in uno spazio di confine tra la città e la campagna.
A raccontare questa storia sono la signora Antonietta e Francesco Bellarte.
«Qui, un tempo, era aperta campagna – narra Antonietta, memoria storica della famiglia -. C’erano le stalle e noi si veniva alle 4 per lavorare. Naturalmente portavamo i bambini con noi. Un giorno Francesco e Salvatore stavano giocando nel campo qui accanto (ora non più esistente, ndr) quando notano dei cocci. Li osservano bene e si rendono conto che si tratta di una statua della Madonna. Accorrono da noi per raccontarlo: noi li seguiamo e ci rendiamo conto dell’importanza di questa scoperta. A poco a poco raccogliamo i pezzi. Uno zio, molto abile nel restauro, li ricompone e ridà vita a una statua della Madonna di cui non si conosce la provenienza. Si decide, così, di custodirla e di dedicarle ogni anno una festa».
Le fa eco Francesco. «Si era nel periodo natalizio – ricorda -. Noi ragazzi, ritornati dal doposcuola, stavamo giocando quando appunto notiamo i cocci della statua. In un primo tempo, pensavamo di collocarla nel presepe, ma quando ci siamo resi conto che era piuttosto alta, abbiamo deciso di costruirle un’edicola».
Ma da dove proveniva la statua e perché si trovava lì? Pare che fosse custodita in una chiesa di Ruvo di Puglia: un giorno, andò in frantumi e fu deciso di darle una “degna sepoltura” in un campo. Ma il caso – o per i più fedeli la Provvidenza – ha voluto che fossero vivaci ragazzini a scoprire i cocci e a far rinascere “Maria Ausiliatrice”, verso cui convergono speranze e preghiere e intorno alla quale si è sviluppata una semplice festa di quartiere, con il colorato tocco delle luminarie, una festa che, come tutte quelle che hanno una dimensione più intima, unisce i residenti in un legame speciale che va oltre la pietas, quel sentimento di profonda devozione.