Formazione

“Dal palcoscenico alla realtà: @ scuola di prevenzione”, da Ruvo di Puglia cortometraggi sulla sicurezza sul lavoro in concorso

Veronique Fracchiolla
Veronique Fracchiolla
ragazzo con elmetto; casco
"Dal palcoscenico alla realtà: @ scuola di prevenzione". Ragazzino con tuta ed elmetto da operaio ©Unsplash
Sono quattro le opere ruvesi in concorso: una è del Ciofs/Fp, le altre tre dell'Itet "Tannoia". Saranno valutate da una giuria di esperti e dagli utenti Facebook. Il concorso, alla decima edizione, è promosso da Inail e Regione Puglia
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C’è tempo fino alle 12 del 30 maggio per votare sulla omonima pagina Facebook uno o più dei trenta cortometraggi iscritti alla decima edizione del concorso “Dal palcoscenico alla realtà: @ scuola di prevenzione”, promosso dall’Inail -Direzione Regionale per la Puglia e dall’Assessorato regionale alla promozione della Salute, in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Regionale per la Puglia, Spesal e Teatri di Bari. Il progetto è inserito nelle “buone prassi” dell’Indire (Istituto nazionale documentazione innovazione ricerca educativa).

Il concorso, rivolto agli studenti delle scuole superiori di II grado e dei corsi di formazione professionale della Puglia, intende promuovere la diffusione della cultura della sicurezza in tutti i luoghi, soprattutto a scuola e a casa valorizzando la funzione formativa del teatro e del cinema. Entro il 10 giugno si svolgerà la cerimonia conclusiva durante la quale saranno portati in scena gli spettacoli delle scenografie teatrali vincitrici – “Bianco Ipocrita” dell’Istituto Morea di Conversano e “Il destino non c’entra” dell’Istituto “Einaudi” di Manduria – e saranno proclamati i vincitori del concorso. Il concorso prevede una fase in cui i lavori sono valutati da una Giuria di esperti, provenienti dagli Enti promotori e dallo spettacolo; e una fase social, dove sono gli utenti a esprimere la propria preferenza. I vincitori riceveranno un premio in danaro da destinare al miglioramento della sicurezza degli edifici scolastici.

Quattro i corti in concorso provenienti da Ruvo di Puglia:  “L’ultimo giorno” (cod. 6), realizzato dagli studenti del quarto anno del corso di “Tecnico di cucina” e del terzo anno di “Operatore della ristorazione” al Ciofs Formazione professionale; “Vite spezzate” (cod. 15),  realizzato della classe 4 F; “Il sogno infranto di Will”, a cura della classe 4 B/Sia (cod. 18),  e “La sicurezza è vita” (cod. 24) della classe 4 A/Afm dell’Itet “P.A.M. Tannoia”. Quotidianità familiare, piccoli riti, la freschezza di occhi rivolti al futuro, colpevoli negligenze e immani tragedie nei primi tre lavori; un’impronta più didascalica possiede il quarto lavoro: il denominatore è un linguaggio diretto e immediato e, per questo, universale rivolto a una platea di persone di tutte le età. I lavori sono stati ideati, sceneggiati, realizzati e interpretati dagli stessi allievi.

Spesso sono stati i fatti di cronaca a ispirare i corti: come quella di Lorenzo Parelli, diciassettenne studente del quarto anno del corso di formazione professionale in meccanica industriale dell’Istituto salesiano Bearzi di Udine, travolto da una putrella nell’ultimo giorno di stage, lo scorso gennaio, in un’azienda di Lauzacco, frazione di Pavia di Udine. O come Alberto Piscopo, vittima del lavoro “in itinere”: nel 2018 muore a 19 anni in un incidente a Poggiofranco mentre, in moto, consegna pizze a domicilio. E si pensi alla giovane Luana D’Orazio,  morta a 22 anni, risucchiata dal rullo di un orditoio in un’azienda tessile di Prato. Ma non solo giovani “vite spezzate”: nel 2021, Mauro Capicchioni muore a 64 anni per le zoccolate di un lama, nell’allevamento di un agriturismo, nel Comasco. Non erano state allestite le misure di protezione necessarie a svolgere la sua mansione, che consisteva nel dare da mangiare agli animali. Le norme sulla sicurezza esistono  – in Italia il punto di riferimento è il Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro (d.lgs. 81 del 9 aprile 2008) in continuo aggiornamento –ma non sempre sono rispettate adeguatamente.

L’allarme è stato rilanciato da Giuseppe Gigante, direttore regionale dell’Inail, lo scorso 28 aprile, nella Giornata internazionale della sicurezza sul lavoro. Secondo lui,  se è vero che si sta assistendo a una ripresa economica post-pandemia è altrettanto vero che che c’è «disattenzione per il fenomeno infortunistico». Per Gigante, i lavoratori sono costretti a pagare il prezzo più alto tanto che equipara l’attuale ripresa al boom economico degli anni Sessanta quando, per la tensione allo sviluppo industriale nazionale, si  verificavano 4.600 infortuni mortali all’anno a causa dei ritmi serrati di lavoro. Manca la formazione, manca – secondo Gigante – il confronto con organizzazioni dei datori di lavoro e sindacati. E ricorda che «ogni morte sul lavoro è una sconfitta per tutti». Una sconfitta che non deriva dalla “sfiga”, come sintetizzato in un cortometraggio in concorso, ma dalla mancanza di “senso di responsabilità” nel rispettare la normativa sulla sicurezza.

Un fenomeno che si sta accentuando, come si deduce dal sito dell’Inail dove sono pubblicati i dati analitici delle denunce di infortunio e di malattia professionale presentate all’Istituto entro marzo 2022. Sono dati provvisori ma già nel primo trimestre si registra, rispetto al 2021, un aumento notevole delle denunce di infortunio nel complesso, (dovuto in parte al più elevato numero di denunce di infortunio da Covid-19, che ha inciso per un quarto nel 2022) nonché un lieve incremento di quelle mortali e crescita delle malattie professionali.

«Le denunce di infortunio sul lavoro presentate all’Inail entro lo scorso mese di marzo -si legge – sono state 194.106, in aumento del 50,9% rispetto alle 128.671 del primo trimestre del 2021 e del 48,3% rispetto alle 130.905 di gennaio-marzo 2020. Mentre le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale presentate all’Istituto entro il mese di marzo 2022 sono state 189, quattro in più rispetto alle 185 registrate nel primo trimestre del 2021 e 23 in più rispetto alle 166 del periodo gennaio-marzo 2020. Inoltre, le denunce di malattia professionale protocollate nel primo trimestre 2022 sono state 14.517, in aumento di 934 casi rispetto allo stesso periodo del 2021 (+6,9%) e di 416 casi rispetto al pari periodo del 2020 (+3,0%)».

Dati provvisori indicativi di una grave emergenza. Per questo è fondamentale che i giovani, anche con linguaggi sperimentali – e col buon esempio sul campo –  acquisiscano la consapevolezza dei propri doveri e diritti, soprattutto in materia di sicurezza. Perché dietro quei dati, dietro i numeri su infortuni e morti bianche ci sono persone, coi loro progetti, affetti, sogni.

sabato 28 Maggio 2022

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