Politica

Pug, a che punto siamo

Elena Albanese
Venerdì l'incontro pubblico coi cittadini ruvesi, che hanno dimostrato di essere ben informati e molto interessati all'argomento. Un interesse che li rende «abitanti» innamorati della propria città
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Il Piano urbanistico generale. Un argomento ostico, a tratti molto tecnico, ma altrettanto appassionante e sentito dai ruvesi, che hanno partecipato numerosi venerdì pomeriggio all’incontro pubblico tenutosi nel chiostro dell’ex Convento dei Domenicani: “Pug, conoscere per scegliere”.

Il documento, adottato nel 2016 dall’allora Amministrazione Ottombrini al termine della legislatura, è stato successivamente oggetto di ben 137 osservazioni (di cui il 57% non accoglibili), come rivela nella sua relazione l’architetto Nicola Fuzio. È proprio lui, dopo gli interventi introduttivi del sindaco Pasquale Chieco e dell’assessore all’Urbanistica Nicola Giordano, a spiegare “lo stato dell’arte” e a mettere in rapporto il Piano urbanistico con il più datato Piano regolatore. Il primo ha infatti assorbito i comparti di espansione del secondo, aggiungendo un’ulteriore superficie di circa 180 ettari. Il Pug ha inoltre rivisitato la zona agricola, prevedendo quattro diversi contesti rurali: campagna produttiva, pre-murgiano, murgiano e a prevalente valore identitario.

«Le osservazioni sono un passaggio importante», ha detto Fuzio ai presenti. Prima venivano infatti vagliate dalla Regione Puglia, ora invece questa attività è svolta dal Consiglio comunale, che poi invia all’ente un documento già integrato. E il Comune di Ruvo si trova proprio in questa fase: un momento di forte responsabilità politica, il cui obiettivo dev’essere la salvaguardia e la tutela del territorio, così come ribadito dai pareri – tardivi ma dettagliati – giunti dalla Soprintendenza di Archeologia, belle arti e paesaggio della Città Metropolitana di Bari e del Parco Alta Murgia.

Dal momento della ricezione, la Regione avrà 150 giorni per emettere un parere di compatibilità. Qualora quest’ultimo sia negativo – «come sempre accaduto fino ad ora», precisa Fuzio -, il Piano torna nelle mani della massima assise cittadina, la quale indice una Conferenza di servizi, al fine di trovare le soluzioni adatte per l’approvazione definitiva.

Sulle osservazioni pervenute, nello specifico quelle di carattere generale, ha relazionato la consigliera Raffaella Di Terlizzi, che le ha valutate nell’ambito della III Commissione permanente, di cui è presidente. «I temi presi in considerazione hanno riguardato principalmente il dimensionamento e il consumo di suolo», ha detto. Le criticità rilevate si riferiscono in particolare a una sovrastima della metratura necessaria all’edilizia residenziale e alla mancata possibilità di riqualificare in tal senso un patrimonio già esistente. Si chiede, insomma, che la città «torni a lavorare su se stessa, anziché espandersi».

Qualcuno ha lamentato anche un eccesso di potenziali attività produttive, la cui presenza comporterebbe alti costi per la collettività derivanti dalla conseguente costruzione, ad esempio, di reti viarie e fognarie e dalla loro relativa manutenzione.

Le aree verdi, poi, che nel Piano superano lo standard di 18 metri quadrati per abitanti e lo portano a 20, sarebbero però periferizzate.

Ora starà alla politica cercare di trovare una sintesi tra le diverse esigenze espresse dai cittadini, i quali hanno dimostrato – anche nel dibattito seguìto alle relazioni tecniche – di essere ben informati e molto interessati all’argomento. Un interesse che li rende «abitanti» (così li ha definiti il Sindaco) innamorati della propria città e desiderosi di essere protagonisti in prima persona del suo futuro.

lunedì 24 Settembre 2018

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