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Compiuto il primo passo verso il “Distretto biologico delle Lame”

La Redazione
Per il sindaco Pasquale Chieco questo «​era uno dei punti qualificanti del mio programma elettorale, e oggi è per noi un progetto ambizioso al quale stiamo lavorando seriamente e con concretezza​»​
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Da ieri il “Distretto biologico delle Lame” è più vicino.

Per avviare il processo che porterà alla definitiva costituzione, infatti, nella sala consiliare di palazzo Avitaja, 16 tra rappresentanti di aziende agricole e di trasformazione, associazioni ed esperti del settore, sotto il coordinamento dell’Amministrazione comunale, si sono riuniti nel comitato promotore. Dopo il lungo lavoro partecipato di preparazione avviato lo scorso dicembre, la sua nascita rappresenta il momento di avvio ufficiale del percorso.

Per Distretto biologico si intende un’area nella quale imprese agricole e di trasformazione, strutture ricettive e di somministrazione, operatori turistici, culturali, ambientali e sociali, amministrazioni pubbliche e cittadini stringono un patto per rendere il territorio sul quale operano e vivono un luogo dove si producono beni e servizi funzionali al benessere della persona e dell’ambiente.

In particolare il Comitato promotore, che potrà contare sul supporto scientifico dei dipartimenti di Agraria e Veterinaria dell’Università di Bari, avrà il compito di avviare la fase della partecipazione dei cittadini con incontri pubblici di presentazione; organizzare forum pubblici tematici, con soggetti interessati e cittadini per individuare azioni e attività coerenti con gli obiettivi del Documento programmatico; definire la governance; elaborare una strategia di comunicazione orientata agli attori locali e nazionali e stabilire collaborazioni e sinergie con altre istituzioni (Parco Alta Murgia, Gal Murgia più e Comuni del circondario); raccogliere le volontà di adesione da parte dei soggetti privati e pubblici.

Secondo i dati del dipartimento Agricoltura e Sviluppo rurale e ambientale (sezione competitività filiere agroalimentari) della Regione Puglia, sono ruvesi 103 delle 3.624 aziende certificate bio della provincia di Bari, e nell’agro cittadino sono ben 3.829 gli ettari coltivati a biologico (sui complessivi 101.623 della provincia di Bari).

Nel corso degli incontri preparatori, prendendo spunto dalla peculiarità paesaggistica e ambientale di Ruvo e dei territori limitrofi, si è deciso di denominare il distretto come “delle Lame”.

«Questo del Distretto biologico – ha detto il sindaco Pasquale Chieco – era uno dei punti qualificanti del mio programma elettorale, e oggi è per noi un progetto ambizioso al quale stiamo lavorando seriamente e con concretezza. L’economia ha ormai preso direttrici precise: la concorrenza non è più tanto e solo tra imprese, ma tra territori in grado di proporre unicità e tipicità. Ruvo ha, per nostra fortuna, una qualità delle produzioni che è espressione e veicolo di un’identità storica, culturale e ambientale solida e originale, e che può rappresentare un vettore di sviluppo per la nostra economia e per il nostro territorio. Sono molto contento di avere visto questa sera i rappresentanti di molte aziende locali che sottoscrivendo il protocollo hanno accettato la scommessa. È l’inizio di un percorso che deve allargarsi ulteriormente, mettere in campo sinergie, con l’obiettivo di realizzare una grande alleanza per la promozione delle nostre aziende che portano con sé l’unicità della nostra storia, della qualità del nostro ambiente, della tipicità dei nostri prodotti. Perché, come ben sa chi fa impresa con passione e serietà, è questa l’unica strada per stare sui mercati internazionali senza essere schiacciati dalla competizione sui prezzi che ci vede perdenti».

«La costituzione del Distretto biologico delle Lame – ha ribadito il consigliere delegato alle Politiche agricole Rino Basile – è una grossa sfida collettiva che, se vinta, potrà contribuire fattivamente allo sviluppo della nostra città. Ciò sarà possibile se ognuno farà la sua parte, motivando il proprio coinvolgimento con l’interesse prioritario verso il bene comune».

giovedì 20 Luglio 2017

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Rino Stasi
Rino Stasi
6 anni fa

Ma un Sindaco (che, per inciso, io ho votato) che si renda operativo per migliorare le strade o la pubblica illuminazione, nooooo?
O che, intervenga fattivamente (come aveva sbandierato ai quattro venti all'inizio) per i disagi eterni dei tanti pendolari, suoi concittadini, con quei “galantuomini” della Bari Nord?
O che migliori quella “vergogna” chiamata raccolta differenziata?
Distretti, parco, Talos Festival, arcatoni avveniristici, ecc.
Queste sono le priorità. In barba ai bisogni primari della comunità (a cui si “fregano” solo cospicue tasse).

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