Politica

Bellezza e legalità marchiate a fuoco

Raffaella Anna Dell'Aere
Ninni Chieco: «Accanto a noi c'è lo Stato e questo ci dà la forza e la determinazione per andare avanti nel nostro percorso di affermazione della civiltà»
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La legalità e la bellezza sono state al centro della fiaccolata organizzata da “Terlizzi Libera” svoltasi ieri sera per le strade del centro della città dei fiori. Rappresentanti di Ruvo e di tutto il territorio barese ed oltre hanno sfilato accanto al sindaco Ninni Gemmato per mostrargli solidarietà e vicinanza in risposta agli atti intimidatori subiti nei giorni scorsi. 

La fotocopia di un proiettile prima e un vero proiettile dopo, hanno posto immediatamente una inquietante relazione con l'incendio appiccato, pochissimi giorni prima, ai danni di Ninni Chieco nella casa di campagna di famiglia. 

Cinque chilometri hanno reso possibile una piena condivisione degli eventi con la partecipazione delle autorità locali, di rappresentanti dello Stato a vario titolo, come Gino Perrone, Massimo Cassano, Domenico Damascelli, referenti di Fdi provenienti da Turi e Fasano, delle forze dell'ordine, dei sindaci di Giovinazzo e di Corato, di assessori e consiglieri di Andria, Giovinazzo, Bisceglie e Bari hanno attraversato le vie terlizzesi da piazza IV Novembre fino in largo Cirillo, l'ex piazza del pesce.

Ruvo altamente rappresentata dal sindaco Ninni Chieco e dai consiglieri di maggioranza Mario Paparella, Antonio Mazzone, Irene Turturo e Pina Picciarelli nella dimostrazione di solidarietà al sindaco Gemmato.

Ninni Chieco ha condiviso pubblicamente il suo discorso, su invito del primo cittadino di Terlizzi, in rappresentanza di tutte le istituzioni presenti:«Orgoglio e onore di rappresentare la comunità. A tutti è capitato di ricevere aggressioni personali e questo ha colpito anche me, ma bisogna ritrovare dentro se stessi. Ma io sono un sindaco e rappresento la comunità. L'aggressione a me è di una gravità maggiore, ha un significato, è quello di aggredire una comunità – ha proseguito Chieco. «Aggredire un sindaco è aggredire una comunità. Significa provare a renderla succube della violenza, ad assecondarla in modo diverso da quello voluto dalle istituzioni, da quello voluto dall'esercizio della democrazia che elegge i propri rappresentanti e noi diciamo "NO!" e lo diciamo forte e chiaro». Chieco prosegue affermando che sarà portato avanti, da parte di tutti i sindaci di “qualunque colore”, un progetto condiviso fatto di legalità e rispetto delle regole. «Noi abbiamo delle comunità bellissime, ricche di storia e tradizioni. Abbiamo attorno questa bellezza che ci sostiene che non è fatta soltanto di cose e di luoghi, ma di relazioni e della capacità di stare insieme, di stringersi ed essere vicini». Facendo riferimento al consiglio comunale del 9 marzo, il Sindaco ribadisce il suo concetto di “Bellezza” legato all'idea di Peppino Impastato, intrisi entrambi dall'intento di rinnegare la barbarie, la violenza per evitare e combattere la rassegnazione. «Noi non ci rassegniamo. Noi non ci pieghiamo – ha continuato -. Noi andremo avanti e lo diciamo a tutti quelli che cercano di condurci verso un'altra direzione. Ecco perchè io sono qui. Sono orgoglioso di rappresentare, come tutti gli altri sindaci, le istituzioni, e ho la forza di dire che le nostre comunità sono sane e che la migliore risposta, quella più incisiva che dà l'idea di quanto sia lontano l'esercizio della violenza gratuita è proprio quella che viene dai cittadini: manifestare insieme, essere solidali, dare un'idea di unità, di compostezza, di compattezza, questa è la risposta vincente». E conclude:«Accanto a noi c'è lo Stato e questo ci dà la forza e la determinazione per andare avanti nel nostro percorso di affermazione della legalità, della civiltà e della bellezza dei nostri luoghi».

domenica 12 Marzo 2017

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