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Itel, «eccellenza globale» di casa nostra

La Redazione
Così ha definito l'azienda ruvese il presidente nazionale di Piccola Industria di Confindustria Alberto Baban
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Un acceleratore lineare in grado di produrre fasci di protoni diretti e concentrati, con un margine di errore di due millimetri, sui tessuti da trattare in radioterapia. È il progetto Erha, sul quale sta lavorando dal 2009 la ItelPharma, divisione radiofarmaceutica della Itel di Ruvo, che il comitato di Piccola Industria di Confindustria Bari e Bat ha individuato come esempio di Pmi fortemente innovativa per la sesta edizione del Pmi Day 2015.

Una tecnologia che Michele Diaferia, amministratore delegato dell'azienda, definisce su Il Sole 24 Ore «unica al mondo e completamente made in Italy».

L’acceleratore della Itel segna infatti il superamento della diagnostica convenzionale e di quella con protoni a fasci circolari, perchè in questo caso le particelle radioattive sono emesse in linea diretta, generando un fascio sparato direttamente sul bersaglio, cioè sui tessuti malati del paziente in cura, riducendo così «dal 50 al 4% la possibilità di provocare – prosegue Diaferia – nei cinque anni dalla conclusione dei trattamenti chemio e radioterapici, la comparsa di un altro tumore proprio come effetto collaterale».

Il prototipo, risultato di un progetto di ricerca di circa 15 milioni di euro, finanziato in parte dal Miur, e che impegna un team di 30 tecnici di Itel, Politecnico e Università di Bari, sarà validato entro il 2016 per poi passare alla sua utilizzazione clinica. Per questo è necessario che l’acceleratore venga spostato nel Policlinico di Bari per essere testato. Una scelta che deve impegnare le istituzioni sanitarie regionali «altrimenti lo porto altrove», conclude l'ad di Itel.

E qui sta quello che Alberto Baban, il presidente nazionale di Piccola Industria di Confindustria che ha visitato venerdì scorso l'azienda ruvese, definisce «il paradosso del sud. Ci sono poli produttivi di straordinaria specializzazione come Itel, eccellenza globale, con prospettive internazionali che però registrano ostacoli e rallentamenti. Dobbiamo invece normalizzare queste realtà incentivando questa parte del Paese e farle crescere più veloci». Un impegno sul quale si misura in particolare confindustria Bari e Bat. «Le Pmi innovative da noi ci sono – dice il presidente Domenico de Bartolomeo – e sono un riferimento forte nel tessuto produttivo. Dobbiamo sostenerle con decisione ancora maggiore pure dal punto di vista finanziario per consentire ai loro progetti di ricerca e sviluppo di realizzarsi e di rimanere solida realtà».

lunedì 16 Novembre 2015

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