Cultura

La Compagnia Biagio Minafra mette in scena “U Monecacidde”

Grazia Ippedico
U monecacidde nasce da una serie di interviste che Vito De Palo ha fatto a gente di Ruvo circa le storie sulla fata della casa.
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Domani sera, 30 dicembre, alle ore 19,  presso l’Auditorium della Scuola Media Giovanni XXIII  in via Madonna delle Grazie, si terrà la commedia in vernacolo "U’ Monecacidde" della compagnia Biagio Minafra.

Aveva 18 anni, Vito De Palo, padre della compagnia teatrale Biagio Minafra, quando ha iniziato a scrivere commedie. Erano gli anni ’60 e rappresentava le sue opere insieme all’amico nonché attore Biagio Minafra.  Allora, venivano rappresentate nell’ancor splendente e vivo teatro Politeama. Con la chiusura di quest’ultimo, avvenuta pochi anni dopo, l’attività riprende negli ’80. Il teatro Politeama viene abbandonato ma Vito De Palo e la sua Compagnia non demordono e trovano spazio nell’oratorio della chiesa di San Domenico. Certo ben altra cosa rispetto ad un teatro vero e proprio ma la compagnia non si lascia abbattere dagli eventi: l’attività nell’oratorio catalizzerà l’interesse di molti che si avvicineranno al gruppo teatrale.

Purtroppo la prematura scomparsa di Biagio Minafra, morto per infarto porta, negli anni ’90 ad un brusco blocco psicologico dell’autore Vito De Palo e di conseguenza, di tutta la Compagnia. Ma la passione per il teatro bruciava ancora nell’anima di tutti i componenti. In seguito alla pressante richiesta della gente attiva nel gruppo teatrale, Vito De Palo decide di fondare un vera e propria compagnia teatrale dedicata al caro amico compianto.

È da più di 10 anni ormai, che il gruppo teatrale Biagio Minafra opera a Ruvo e i componenti che si aggirano intorno a 50 elementi; non sono solo attori ma anche e soprattutto imbianchini che si sono improvvisati scenografi, fabbri e muratori che sono diventati fondamentali collaboratori di scena. L’estrema varietà d’estrazione sociale, accomunata alla passione per il teatro hanno fatto sì che la compagnia vivesse, ma nulla sarebbe valso senza l’ingrediente fondamentale: tutti i componenti hanno Ruvo nel sangue. Da qui la scelta di recitare in vernacolo le commedie. Vito De Palo non crede che attraverso i musei possano rivivere le tradizioni ma attraverso la rivitalizzazione degli oggetti, del pensiero, degli usi e dei costumi sulla scena. Le commedie pur avendo ciascuna una propria morale hanno un pensiero comune: rappresentano il brusco passaggio dalla realtà contadina alla cultura moderna, alla attuale  società tecnologica, al cambio di mentalità, al modo di lavorare. I temi universali della  disumanizzazione, dell’inquinamento, della  perdita dei legami viscerali con la terra.

La compagnia ha già messo in scena le seguenti commedie:
•  aspitte ciucce meje
•  peile e contropeile
•  zi’ bettine
•  clete da nanze s’acchjò rete
•  iun, diue, traite… sorpresa
•  u’ schattaraule
•  il grande ciciriello
•  u monecacidde
Nonché numerosi sketch in vernacolo

U monecacidde nasce da una serie di interviste che Vito ha fatto a gente di Ruvo circa le storie sul monecacidde e la fata della casa. Viene infatti messo in scena una delle più antiche e diffuse favole tradizionali trasmesse oralmente

Una famiglia di massari si trasferisce dalla campagna alla città comprando una casa. Volendo tutto l’abitato per sé questa famiglia  costringere i condomini a vendere gli appartamenti mettendo in scena episodi che fanno pensare all’effettiva esistenza del monecacidde.
Beh la fine non verrà svelata ma…per pescare nelle tradizioni si può solo dire che chi troppo vuole nulla stringe.

La compagnia Biagio Minafra, iscritta alla Sita (società italiana teatro amatoriale) ha lavorato insieme al Comune per disabili e anziani, per i detenuti del carcere di massima sicurezza di Trani e ha devoluto spesso gli incassi per il restauro dei beni architettonici del nostro paese e per associazioni di beneficenza come la Caritas. Ha inoltre portato in scena le proprie opere in luoghi come masserie e agriturismi.

Ormai da due anni il comune ha permesso alla fondazione di utilizzare il centro polivalente. La compagnia costruisce nella struttura un palco donandolo al Comune di Ruvo, che viene utilizzato da tutta la cittadinanza.

Purtroppo nell’ultimo anno, il gruppo teatrale ha dovuto smontare il palco poiché la struttura del polivalente è riservato agli anziani e non è un contenitore adeguato alle rappresentazioni teatrali. Pur inadeguato però, quel contenitore adesso non c’è più

Attualmente viene utilizzato (grazie alla sensibilità della dirigente scolastica), il palco della Scuola Media Giovanni XXIII  ma le dimensioni sono sempre quelle adatte ad una scuola, le attività non possono essere continue, poichè bisogna tener presenti gli impegni della scuola. L’obbiettivo adesso è quello di battersi per dei contenitori culturali adeguati..

Il 7 gennaio 2007 si terrà la replica della commedia, stesso luogo e stessa ora.

venerdì 29 Dicembre 2006

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