Cronaca

Allarme Murgia: rifiuti tossici e fanghi

La Redazione
E nel Parco dell'Alta Murgia i CAM denunciano la reiterata attività estrattiva
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Non è piacevole lo spettacolo a cui si assiste recandosi nel territorio della Murgia nord Barese, specie nella zona di Ruvo e Minervino.


Le  profonde voragini aperte per la coltivazione della pietra  e che rendono il paesaggio lunare, sono riempite e affiancate da montagnole di rifiuti tossici, fanghi ed altro materiale proveniente da ogni parte della regione.


Il problema è che, dopo il recupero della pietra, quelle voragini non sono state ricoperte, questo a causa dei costi elevati che l’operazione comporta.


Proccupante la situazione anche nel Parco dell’Alta Murgia, nel quale si continua a consentire, ad oltranza, l’attività estrattiva, con conseguenze negative su un territorio il cui recupero ambientale è ancora del tutto inesistente oltrechè incerto per il futuro.


Nel corso di un’assemblea organizzata dai Comitato Alta Murgia, in cui è stato affrontato il tema del Piano regionale per le attività estrattive, è emerso che, il Piano voluto dalla Giunta Regionale, non è altro che un fac-simile di quello approvato nel 2000 che, secondo i CAM, più che rispondere ad esigenze di tutela ambientale, risponde agli interessi dei privati.


“Il rischio – si è detto in assemblea – è che gli interessi delle lobbies del settore siano ancora una volta anteposti a quelli della pubblica tutela ambientale in tutte le sue componenti materiali ed imatriali”.


I CAM hanno peraltro ribadito di non condividere la scelta di eliminare solo i 2 nuovi bacini nella zona 1 del Parco, sottolineando, poi, la necessità di operare una gestione oculata delle aree SIC e ZPS, per cui non viene condivisa la scelta di prevedere bacini estrattivi, prima ancora di emanare norme obbligatorie per la loro conservazione.


Da non sottovalutare, infatti, è la questione dell’onerosità delle concessioni, visto che le materie del sottosuolo sono di tutti. Per questo, proprio gli introiti di tali oneri, dovrebbero essere strategicamente utilizzati per il recupero ambientale in aree extraurbane, evitando, così, il mercanteggiamento dei beni ambientali da parte di Amministrazioni imprudenti.

domenica 13 Agosto 2006

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