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Recuperare gli antichi valori della Festa dell’Ottavario

La Redazione
L'invito arriva dalla Pro Loco che ha denunciato le modalità di svolgimento della tradizionale festa "maggiore"
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La principale festa patronale dell’Ottavario del Corpus Domini,giunta oggi al suo ultimo giorno, è stata quest’anno al centro di un complicato dibattito.

L’accusa, diffusa dai manifesti firmati dalla sede locale della Pro Loco e affissi sui muri della città proprio in questi giorni, è di avere sottratto l’antico splendore e il ruolo principale della tradizionale festa maggiore che, da secoli,rappresenta un momento centrale della civiltà cristiana di Ruvo.

"Interpretiamo lo smarrimento di tutta la comunità ruvese – aprono i manifesti diffusi in città – per come stancamente si svolge, oramai da anni, la festa patronale dell’Ottavario del Corpus Domini, un tempo momento centrale e forte dell’identità ruvestina. Ora incapace di rinnovare il senso di appartenenza, fede, devozione, tradizione che per secoli ha contraddistinto la civiltà cristiana ruvese.

“L’impoverimento progressivo della processione – continua la riflessione critica – la soppressione dei quattro altari in corrispondenza delle antiche porte cittadine, il continuo cambiamento dei percorsi processionali, il modesto e a volte ridicolo come nella versione di quest’anno, altare superstite nella piazza principale, non sono che il segno più evidente di una celebrazione che per colpe collettive sembra aver definitivamente perso il proprio motivo d’essere”

Una festa, insomma, che la “modernità” sembra aver indegnamente rovinato: anche a guardare il programma di quest’anno, “il quadro che si ricava è sconfortante” , si legge ancora nei manifesti.

La proposta che viene dalla Pro Loco è di costituire un comitato competente che operi attivamente e che riesca a creare un evento degno della tradizione ruvese sia per ciò che riguarda il momento religioso, sia per quello festoso e di spettacolo.

L’appello è diretto soprattutto alla nuova Amministrazione, da poco insediata a Palazzo Avitaja, “affinché non abdichi più – si legge in conclusione nel manifesto –  alle proprie responsabilità, pilatescamente, e torni ad essere motore della festa come da mandato ricevuto dalle generazioni che ci hanno preceduto.

Una svolta decisiva altrimenti vorrà dire che, "quello che si è celebrato per almeno cinque secoli non ha più nulla da dire al cuore della nostra comunità e ci verrebbe risparmiato il campionario di futilità che ogni anno, alla vigilia della festa patronale dell’Ottavario Corpus Domini, offende il Mistero che si intende celebrare, ed umilia la fede, la storia, l’intelligenza di questa città”.

lunedì 26 Giugno 2006

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