Cronaca

Olio extravergine: occhio alle truffe

La Redazione
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Il marchio D.O.P., a garanzia dell’alta qualità di un olio, quello pugliese che, non a caso, è detto anche oro giallo, pare non essere più sufficiente a garantire l’effettiva bontà di un prodotto unico al mondo. Questo perché, se da un lato la minaccia alla commercializzazione ed al consumo dell’olio di denominazione d’origine protetta, è costituita dalla concorrenza sleale di diversi tipi di olio, ottenuti con la miscela tra olio d’oliva ed olio di semi e spacciato invece come olio extravergine, in altri casi, alcune etichette di bottiglie d’olio , riportano il marchio D.O.P., pur non essendolo assolutamente.



 Senza dimenticare un altro fattore che può contribuire a dare una forte stangata al nostro prodotto e cioè la circolazione sul mercato di un olio che viene fatto passare per prodotto italiano ma che invece è il risultato di una miscela di prodotti extracomunitari.


Questo è quanto emerge da un’attenta analisi compiuta dal luglio 2003 al luglio 2005 da parte dell’ICRF (istituto centrale repressione frodi, dipendente dal ministero per le Politiche Agricole) che ha monitorato l’attività di 948 operatori, tra frantoi, sansifici, raffinerie, commercianti all’ingrosso, grande distribuzione). I controlli hanno infatti rilevato ben 39 casi di irregolarità rispetto ai 402 campioni esaminati, con il sequestro di 80.862 litri di olio.


Il risultato dell’indagine è stato presentato, due giorni fa, presso la prefettura di Bari che assieme a NAS, Guardia di Finanza, Agenzia delle dogane, Polizia stradale ed Agecontrol, ha coordinato l’intera operazione di controllo, operazione che, come hanno tenuto a precisare dalla Unaprol e dalla Coldiretti di Bari, non si arresta certamente qui ma proseguirà per garantire la tutela del prodotto e dei consumatori


 

giovedì 1 Dicembre 2005

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