Attualità

“Vivo a Ruvo”, nuova vita per il commercio

Elena Albanese
Presentata ufficialmente la cabina di regia del progetto, che presto diventerà anche un laboratorio cittadino aperto al contributo di chiunque lo voglia. Manager di distretto è Marco Tortoioli Ricci​
scrivi un commento 1327

È stato presentato venerdì nell’atrio di palazzo Caputi l’avvìo di “Vivo a Ruvo”, il processo partecipato che porterà alla nascita del Duc, il distretto urbano del commercio.

Il progetto, che parte già con un finanziamento di 55mila euro ottenuto grazie a un bando regionale, si propone di dare una nuova visione dell’economia della comunità e di sviluppare soluzioni che coniughino innovazione e tradizione puntando su ricerca, design, talento e collaborazione.

La prima fase, che terminerà a dicembre, prevede la definizione del Documento unico (una sorta di anagrafica delle attività), di un Piano di visione strategica (redatto a partire da interviste dirette) e del Piano operativo (che definirà le tipologie di intervento), per poi passare all’attuazione pratica a partire dal 2019. Il percorso, programmato e progettato da un’associazione composta da Comune, Confcommercio e Confesercenti con la collaborazione dell’architetto Nico Balducci e di Marina Barile del panificio Cascione, prevede anche il coinvolgimento dei ragazzi del Forum Giovani, che si occuperanno delle attività di analisi, mappatura, animazione, formazione e programmazione di incontri pubblici, almeno quattro fino alla fine dell’anno. «Spero che diventino i futuri imprenditori della città – ha detto di loro Marco Tortoioli Ricci, docente di Design ed esperto, fra l’altro, di progettazione di sistemi di identità visiva, individuato da un avviso pubblico come manager di distretto -. Sanno infatti tradurre nella contemporaneità le informazioni provenienti dal passato».

Un amore a prima vista, quello del professor Ricci con la nostra città. «È la terza volta che vengo qui – ha detto durante la conferenza stampa – e mi sento già un po’ ruvese. Qui c’è un fattore osmotico che definirei “psicomagico”, per dirla alla Jodorowsky. “Vivo a Ruvo”, più che un titolo, è un desiderio». La sua idea è quella di una «guida collettiva. La direzione però deve essere reale e numerosa. Il Duc è infatti uno strumento amministrativo che diventa molto più di questo: una vera e propria sfida», per affrontare la quale bisogna chiedersi «quanto siamo davvero disposti a cambiare strada?». In una società inevitabilmente globale, infatti, le attività commerciali non possono più sopravvivere coltivando il proprio orticello, ma devono sentirsi parte di una grande economia e dialogare con essa, «parlare al mondo intero», autodeterminandosi grazie ai propri talenti e alle proprie peculiari eccellenze.

«Si pensi al vino, al pane, all’olio, alle mandorle, ma anche alle aziende della zona industriale, ha ricordato Vito D’Ingeo di Confcommercio, che ha ripercorso la lunga storia di un’idea nata già nel lontano 1996. Ma ora i tempi sono finalmente maturi, perché «il Sindaco ha compreso l’importanza del progetto. Si è creato un nuovo ambiente, una nuova disponibilità».

È d’accordo Pasquale Chieco, secondo cui «l’Amministrazione comunale deve essere un’agenzia di promozione della città».

«È un’opportunità che non va sprecata, perché nel lungo periodo può avere una buona ricaduta sul paese e può creare opportunità per i più giovani», ha ribadito Luciana Di Bisceglie in rappresentanza della Camera di Commercio.

Appena sarà individuata la sede idonea, la cabina di regia del progetto sarà anche fisicamente un laboratorio cittadino aperto al contributo di tutti, in cui sarà possibile recarsi per chiedere informazioni, consultare documenti e proporre idee.

domenica 27 Maggio 2018

Notifiche
Notifica di
guest
0 Commenti
Inline Feedbacks
Vedi tutti i commenti
anacleto berardi
anacleto berardi
5 anni fa

… e speriamo bene! perchè dal punto di vista commerciale , il piccolo commercio al dettaglio, la città è spenta, come tutti possono vedere. fino ad una ventina di anni addietro, tutti i corsi erano pieni di negozi, vetrine illuminate, cose belle e buone per tutti e per tutte le tasche. ma adesso è una delusione angosciante. i pochi negozi rimasti arrancano a fatica e tutte le luci inesorabilmente si spengono una dopo l'altra… una roba da piangere…

Le più commentate della settimana