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Un parco «che unisce», nel nome di Antonio

Elena Albanese
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Inaugurazione parco Antonio Summo
​Il sindaco Pasquale Chieco esorta le istituzioni: «Siamo tutti quanti in attesa di sapere perché è successo e perché questa vita, come tante altre vite, è stata spezzata. Ci aspettiamo giustizia»​
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Una cerimonia semplice, a tratti improvvisata, come nel momento in cui il Sindaco è dovuto salire su una panchina per tenere il suo breve discorso. Ma anche molto partecipata e sentita. C’era l’assessore Monica Filograno, consiglieri comunali di maggioranza e d’opposizione, tante famiglie con bambini al seguito, i ragazzi dell’Apulia’s Musicainsieme. E poi c’erano Gina e Nicola, i genitori di Antonio Summo, sui cui volti è inciso lo strazio, incommensurabile oggi come un anno fa.

Poco dopo le 20 di ieri, all’ingresso del recinto blu che circonda l’area giochi attrezzata all’imbocco di via Terlizzi, è stata scoperta la targa che intitola il nuovo “Parco della musica” alla più giovane tra le 23 vittime della strage dei treni sulla Andria Corato, definendo Antonio così com’era nell’adolescenza che gli è stata strappata tanto crudelmente: “studente trombettista sognatore”. «Tre parole che sono venute quasi naturali, non ci abbiamo dovuto pensare tanto», ha spiegato il Primo cittadino. «Questa è una dedica nata dalla città – ha poi proseguito Chieco nel suo intervento -; tante associazioni, tante persone hanno pensato la stessa cosa». Poi ha precisato che, emblematicamente, ha voluto varcare la soglia di questo luogo senza tagliare il nastro, «perché dev’essere un parco che unisce, che lega, non che taglia».

In una sorta di ribaltamento di prospettiva, d’ora in poi una dolorosa assenza verrà ricordata attraverso la presenza di questo posto e le piccole gioie che porterà alle famiglie che lo frequenteranno. «E lo dobbiamo rispettare questo parco», è stata l’esortazione rivolta più volte alla folla in ascolto.

Antonio era «un ragazzo che pensava cose importanti, un musicista che pensa di crescere e sogna attraverso la musica. Intestargli un bene comune, dedicato ai più piccoli, in cui c’è del verde e si celebra la natura, è un gesto fortemente simbolico che ci continuerà a legare a lui, infondendo il senso della bellezza».

Questo è quanto le istituzioni possono fare, ma non solo. «Io non ho parole per parlare al vostro dolore», ha ammesso il sindaco rivolgendosi ai due genitori. Ma ha auspicato che arrivino il prima possibile delle risposte da chi di dovere «per tutto quello che è successo. Siamo tutti quanti in attesa di sapere perché è successo e perché questa vita, come tante altre vite, è stata spezzata. Ci aspettiamo giustizia», ha concluso.

Il finale di serata è stato affidato all’emozionante assolo di tromba di Adriano Palmieri, che vi riproponiamo, insieme al discorso del sindaco, nei video a corredo dell’articolo.

Poi le signore si sono accomodate sulle panchine e i tanti bimbi presenti hanno cominciato a usare le altalene e gli scivoli nuovi di zecca, dando con le loro voci e le loro risa un piccolo segno di speranza per il futuro.

giovedì 13 Luglio 2017

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Marco
Marco
6 anni fa

Un parco «che unisce»
Suona alquanto ironico il titolo dell'articolo.
Ieri 12 Luglio, l'inaugurazione del parco con politici, rappresentanti del comune, giornalisti, e gente comune, oggi 13 Luglio il parco è chiuso.
Ieri Sig. Sindaco lei diceva che ha voluto varcare la soglia di questo luogo senza tagliare il nastro, «perché dev'essere un parco che unisce, che lega, non che taglia».
Oggi questa frase ha il sapore di una beffa, perche' non ha unito proprio nessuno.
Anzi, è stata una vera offesa nei confronti di Antonio e della tanta gente che si è recata con i propri bambini trovando non un nastro da tagliare ma un cancello desolatamente chiuso…

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